[07/09/2006] Rifiuti

Rifiuti, continua il botta e risposta Bosi-Peria

PORTOFERRAIO (Livorno). Continua in punta di fioretto e con qualche dolorosa stilettata il botta e risposta sui rifiuti tra i sindaci elbani di Rio Marina e Portoferraio. Il primo round, almeno per conoscenza della questione se lo era aggiudicato il portoferraiese Peria, ma l’Udc Bosi ribatte che «Nel 2005 il costo del servizio di raccolta e smaltimento per il mio comune è cresciuto (nominalmente) del 20%. A metà 2006, senza alcun preavviso, ho ricevuto da Esa due fatture per circa 90 mila euro, riferite sempre al 2005 ed equivalenti ad un ulteriore rincaro del 20%. Nel 2006 e per il futuro si annunciano nuovi aumenti. E la legge, prima ancora che la matematica, imporrà di tradurre questi rincari in altri aggiustamenti di Tia e Tarsu. Insomma, sui cittadini rischia di gravare un aumento tariffario pari a quasi il 100% nel giro di pochi anni (cosa senza eguali in Toscana)».

Poi Bosi si definisce “sindacalista dei cittadini” e si dichiara prontissimo ad entrare in Esa, ma con un «quadro societario di pari dignità per tutti i soci. Gli altri comuni elbani certo hanno percentuali minori di popolazione, ma non possono essere considerati delle mere appendici. Non è proponibile che si assumano solo oneri (anche finanziari), limitandosi per il resto alla presa d’atto di una compagine aziendale già formata all’interno di un accordo partitico-elettorale (quello che ha portato alla Tua candidatura e alla formazione della Tua giunta). La logica spartitoria in sé neanche mi scandalizzarebbe, non fosse per i risultati disastrosi di una gestione iper-polititicizzata di questo tipo, che si aggiungono alle perversioni di chi agisce in regime di monopolio (vedi gli inconcepibili conguagli a posteriori)».

E il sindaco riese chiede per Esa «l’azzeramento dell’organigramma societario, e magari dallo studio di una liberalizzazione del settore che metta finalmente la gestione del servizio di fronte alla prova del mercato e della concorrenza (riforma che lo stesso ministro Bersani ha annunciato di voler applicare ai servizi locali)».

Poi Bosi prende le distanze dal lodo Daneco che ha comportato l’acquisizione delll’impianto del braccio e dell’inceneritore ma tiene a dire che si tratta di errori fatti prima del 2001 quano lui (e nemmeno Peria ad onor del vero) non era ancora sindaco.

La risposta di Peria non si è fatta attendere e parte dalla constatazione che il lodo-Daneco e la gestione del centro-destra portoferraiese «ci hanno lasciato proprio una bella eredità: una “fabbrica dei rifiuti” fatiscente quale quella del Buraccio, una voragine di debiti per il mio comune» che sarebbe stata una voragine se provincia, Comunità montana e comuni non avessero trovato un contributo a fondo perduto di 6 milioni e mezzo per il Buraccio «altrimenti ora le nostre discussioni non avrebbero senso – scrive il sindaco della Margherita - perché non vi sarebbe più l’oggetto del contendere e cioè il sistema elbano dei rifiuti». Poi Peria firnisce a Bosi qualche cifra: «a Portoferraio nel 2005 abbiamo fatto una scelta coraggiosa ed impopolare, quale quella del passaggio da Tarsu a Tia. Da essa sono derivati aumenti di costo per i cittadini assai rilevanti (mediamente 35-40%), ma adesso, dopo questa pesante assunzione di responsabilità ed il bagno di impopolarità che ne è derivato, possiamo dire ai nostri cittadini che nel 2007 non vi saranno aumenti; la giunta, anzi, sta lavorando ad un’ipotesi di diminuizione dei costi e ad un piano di miglioramento della qualità del servizio.

Il completamento dei lavori del Buraccio e l’ampliamento del Literno potrebbero addirittura consegnarci possibilità ad oggi impensabili». L’invito al sindaco di Rio Marina è quello di «supportare la tua ipotesi di ingresso nel capitale sociale di Esa con atti concreti, quali il conferimento immobiliare individuato nelle intese tra i comuni, la stima conseguente, il necessario passaggio in consiglio comunale finalizzato al conferimento stesso.

Fino ad allora si tratterà solo di parole, che possono sicuramente contribuire a conferire a chi le pronuncia un ruolo di “sindacalista dei cittadini” o “tribuno della plebe” che dir si voglia, ma che sono del tutto irrilevanti dal punto di vista dei risultati concreti conseguibili». Questo anche perché per chè «in base al diritto societario ed anche al buon senso, l’azzeramento del CdA lo può chiedere il socio che ha la maggioranza del capitale sociale, non lo 0,05%. Mi sembra anzi corretto dirti fin da ora – dice Peria a Bosi - che, poiché alla civilissima e responsabile proposta del Comune di Portoferraio di offrirti comunque un rappresentante in CdA da subito, pur con lo 0,05%, hai risposto in maniera così poco rispettose delle persone, tale ipotesi, per quel che mi riguarda, non può più sussistere, a meno che non vi sia un adeguato chiarimento in proposito».

Il sindaco di Portoferraio rigetta le accuse di “logica spartitoria” e fa un’ultima considerazione sulla liberalizzazione della gestione dei rifiuti: «ritengo che le politiche di deregulation dei servizi pubblici (i treni e gli aerei insegnano) abbiano comportato più danni che vantaggi per i cittadini; i sindaci dell’Ato rifiuti, peraltro, da oltre un anno stanno discutendo di come coordinare le scelte dei singoli gestori, in modo da avere una politica unitaria d’ambito, il che è esattamente il contrario di quello che proponi. In ogni caso, qualora, dopo tutti gli approfondimenti del caso, tu continuassi ad avere un’opinione così negativa della partecipata Esa, è bene precisare che niente ti impedisce di ricorrere al mercato con una semplice gara, oppure creare una tua partecipata che si metta in concorrenza con Esa; sarebbe una scelta diversa da quella di altri sindaci, anche di centrodestra, che hanno fatto una scommessa completamente opposta, magari conferendo tutti i servizi ad Esa, ma comunque, se nel solco della legge e del piano provinciale, del tutto legittima».

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