[07/09/2006] Parchi

Parchi Val di Cornia, Tortolini replica a Legambiente

SAN VINCENZO (Livorno). Matteo Tortolini segretario della Federazione della Val di Cornia-Isola d’Elba interviene sul tema sollevato dal presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta e ripreso successivamente da Sebastiano Venneri, responsabile mare della segreteria nazionale del Cigno verde.

«Dispiace davvero - sostiene Tortolini - che un´associazione importante come Legambiente, solitamente attenta e minuziosa, abbia affrontato il Governo del Territorio in Val di Cornia e la vicenda Parchi Spa in modo grossolano e non all’altezza di ciò che rappresenta. Tra l’altro ci sono una serie di pubblicazioni interessanti dedicate all’attività di questa società, l’impressione e che ci si sia fermati alla lettura delle copertine, al massimo alle note bibliografiche».

Cosa pensa dell’ autonomia della Parchi Val di Cornia Spa dai Comuni che propone Lega Ambiente?
«La missione della Parchi sta nell’atto costitutivo della società e nello statuto, i rapporti con i Comuni sono disciplinati dal contratto di servizio, su tutto regnano gli strumenti legislativi sovraordinati, su territorio e Beni Culturali. Il ruolo di questa società è codificato e non appartiene ad un indefinito campodei desideri. L’indirizzo è stato sempre marcato dalla politica e dalle amministrazioni, se non altro perché ne sono i proprietari. Quando sono stati messi in campo strumenti urbanistici grazie ai quali si è dato gambe alla missione della società, cultura-territorio-servizi al turismo, sono stati i Sindaci e i Consigli Comunali che hanno deliberato. Tutto ciò che ha implicazioni territoriali e sta nel perimetro di competenza gestionale, è stato indirizzato da atti amministrativi e politici. Non affronto il tema del finanziamento di questa società, grazie al quale è ancora in vita, che è stato per anni tema di discussione politica nel territorio e che ha visto le giunte di sinistra e di centro sinistra sostenere fortemente questa scelta senza tentennamenti. La gestione di questa politica, appunto, è stata affidata alla società stessa, per’altro ben condotta, che ha attuato ed implementato gli indirizzi strategici delle amministrazioni. In questo senso l’ autonomia gestionale c’è già. Questa è la storia, ma la questione di fondo è un´altra»

Quale?
«La verità è che c’è un´idea mai sopita di sospetto verso la politica, l’onda lunga del ’92, per cui l’interesse generale è tutelato meglio quanto più è lontano dai partiti e dalle amministrazioni. E’ un virus pericoloso che tinteggia la nostra democrazia e che ha prodotto danni incalcolabili, oggi fortunatamente più puntiforme e solitario».

Cosa non ha condiviso dell’intervento di Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente?
«Gli interventi appassionati vanno seguiti, se non altro perché la passione è un tratto importante della militanza civica e democratica., in questo senso gli interventi Asor Rosa e Della Seta meritano attenzione. Ma la domanda-dubbio che viene posta e cioè se in Val di Cornia sta cambiando qualcosa e se anche questo territorio è assimilabile agli altri che in Toscana sono sotto la lente d’ingrandimento per il cattivo del territorio risponderei così. Sulla Val d’Orcia non mi esprimo, perché è buona pratica conoscere prima di commentare. Sul nostro territorio, abbiamo l’adozione di un Piano Strutturale unitario tra tre comuni e una forte volontà di reinserire San Vincenzo e Sassetta in una politica territoriale, i contenuti sono pubblici. Questo non basta occorre discutere, partecipare perché la salvaguardia del territorio non è mai un dato definitivo. Su questo Lega Ambiente sono sicuro che darà un buon contributo».

La questione centrale che è stata posta riguarda la sostenibilità ambientale in rapporto al consumo del territorio ( e al suo possibile degrado). Questo concetto è ben evidente nel Piano strutturale ma, appunto, si tratta di stabilire se per arginare (nella pratica) la pressione degli interessi economici, è più funzionale una Parchi operativamente autonoma o sottotutela. D´altra parte la pressione attuale sulla costa est, e dunque la questione dei parcheggi, possono essere rappresentati con una metafora: se si ha a disposizione una bottiglia da un litro, non può essere un problema di ottimizzazione volercene versare due litri. Tutto ciò che esubera da quel litro non può essere frutto di discussione. Non le pare?

«Per arginare nella pratica un utilizzo smodato delle risporse territoriali (mobilità, infrastrutture, parcheggi etc ), non solo è necessario l´intervento dei comuni, ma è dovuto, ed aggiungo che è sempre stato così. Se si decide di organizzare meglio un tratto di costa sono i comuni che con le loro competenze amminstrative mettono in campo strumenti appropriati. L´interdizione dei camper dal sito di Baratti l´ha decisa il Comune di Piombino che poi ha creato un area attigua al golfo per la sosta dei camper stessi. Non capisco che centri la questione di una "Parchi sottotutela", categoria che francamente non comprendo. La gestione è affidata alla parchi, le scelte strategiche, sono sempre state governate dai Comuni e non da oggi. Sulla Costa Est il Sindaco ha già detto che non ci saranno aggiunte di parcheggi a quelli attuali. Piuttosto sempre in tema di sostenibilità abientale inviterei un approfondimento sui 5 milioni e mezzo di euro di quattrini oramai ammuffiti dal 2002 nelle casse della Provincia di Livorno per combattere il problema gravissimo delll´ erosione delle coste, su Baratti e Costa Est a Piombino e su Remigliano a San Vincenzo. Su Baratti la progettazione è in corso, su Costa Est e Remigliano non è nemmeno iniziata. E sono passati quattro anni dall´ intesa Regione-Provincie e tre dall´ atto Provincia di Livorno-Comuni.....Su questo vedo il mondo ambientalista un po´ latitante».

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