[04/09/2006] Urbanistica

Monticchiello, fra diverse insostenibilità e diversi livelli decisionali

L’opinione pubblica preme, il governo risponde. Il caso Monticchiello, cioè la nuova lottizzazione avviata nel piccolo paese del comune di Pienza portata alla ribalta nazionale da un intervento di Alberto Asor Rosa, approda anche a Roma, da dove il ministro francesco Rutelli fa sapere di aver richiesto un’informativa urgente per capire meglio che cosa sta accadendo sui pendii del caratteristico borgo reso famoso dal teatro povero. Dopo due settimane di polemiche, risposte e controrisposte, interventi e parallelismi, ora sono stati chiamati da Rutelli a parlare Antonio Paolucci, direttore per i beni paesaggistici della Toscana e Roberto Cecchi, direttore per i beni architettonici e paesaggistici del ministero.

I numeri del progetto sono noti: undici lotti per 95 abitazioni disposte a raggiera appena fuori dalle mura storiche di Monticchiello, in grado di ospitare un minimo di 285 persone (ma i residenti oggi a Monticchiello sono appena 150!) . L’accusa è che si tratti di una lottizzazione selvaggia per seconde case, come starebbe a dimostrare anche le metrature degli appartamenti, non certo elevati, ma anche «un insediamento necessario, una eredità delle precedenti amministrazioni che non possiamo cancellare» spiegava qualche giorno fa il sindaco di pienza Marco Dal Ciondolo, aggiungendo «non è un ecomostro, ma è un insediamento necessario per evitare che il borgo si spopoli». La Regione per bocca dell’assessore Riccardo Conti plaude all’iniziativa di Rutelli e ricorda i 3 pareri negativi espressi dalla regione sul progetto annunciando il Pit, piano di indirizzo territoriale per «una vera e propria urbanistica delle colline».

Ma c’è anchi sul banco degli imputati mette proprio la legge regionale toscana, quella che decentra ai comuni la responsabilità edificatoria: lo dice lo stesso Asor Rosa e anche Renzo Moschini.

«Il caso Montichiello conferma solo quanto sia avventato riconoscere ai sindaci e ai comuni determinate competenze – spiega l’ex deputato fondatore del Coordinamento dei parchi e delle riserve naturali, (l’attuale Federparchi) e per molti anni direttore della rivista Parchi - ed è questa l’imperdonabile colpa della legge toscana di cui si chiede l’immediato azzeramento. Prima le sovrintendenze potevano esercitare maggiori poteri apponendo più vincoli e che ora invece sono state penalizzate per cedimento alle pretese regionaliste. Rutelli e Pecoraro Scanio se ne dovranno far carico».

Renzo Moschini chiosa poi le parole dell’assessore Conti: «Dire vorrei ma non posso non aiuta molto a dipanare la matassa. Credo infatti che abbia ragione l’ingegnere Riccardo Ciuti (cfr. greenreport del primo settembre, ndr) a ricordare cosa stabilisce l’art 3 della cosiddetta supercinque: Trattandosi della legge sul governo del territorio essa guarda prima ancora che all’urbanistica a quegli aspetti quali il paesaggio, richiamato oggi anche da una Convenzione europea».

«E visto che la Val d’Orcia è riconosciuta dall’Unesco, è Parco artistico e naturale – continua Moschini - il metro di misura non può essere ridotto a mera volumetria ancorchè più che discutibile. Qui è legittimo un sospetto. Non sarà che tutto questo prestigioso medagliere richiamato e messo in mostra ogni qualvolta fa comodo è piuttosto sterile dal punto di vista del ‘governo del territorio’?

Qui la domanda prima che al comune va posta alla regione».

Infine tutte le altre Monticchiello: greenreport rilevò subito i molti altri casi che hanno deturpato o che rischiano di distruggere di qui a qualche anno colline e soprattutto coste toscane, ma non mancano mai le nuove segnalazioni. Spesso a proposito, ma non sempre. Se tutto diventa ecomostro e tutto Monticchiello, il rischio è quello di fare di tutta un erba un fascio.

L’ingegner Franco Matteoni di Pistoia, ha scritto sull’argomento una lunga lettera al professor Settis della scuola Normale di Pisa: «Nell´ultima area rimasta libera a sud di Pistoia, destinata dal Piano strutturale a Parco urbano, "Presidio delle Mura Verdi", sta per essere costruito il nuovo ospedale che fa parte del Project financing per la realizzazione di 4 ospedali: di Pistoia, Lucca, Massa e Prato. L´area scelta a Pistoia è l´ex-campo di volo, già classificata dall´Autorità di bacino, come area "di pertinenza fluviale", perché, per la sua altimetria e la posizione, adatta ad essere invasa dalle piene del torrente Ombrone». Non solo, secondo Matteoni, che fa parte dei Verdi, di Legambiente e del Wwf, l’area è assolutamente inadatta a ospitare un ospedale in quanto sottoposta all’inquinamento acustico prodotto dalla vicina autostrada, ma anche perché nella zona «si trovano importanti pozzi che alimentano l´acquedotto, fornendo una portata che copre circa il 30% del fabbisogno della città: i pozzi dovranno essere dismessi con la costruzione dell´ospedale e la preziosa risorsa idrica andrà perduta».

Nella battaglia per la difesa dell´ex campo di volo, in un primo tempo il ministero per i Beni e le Attività culturali aveva dichiarato l´area "di notevole interesse pubblico", accogliendo la proposta fatta dalla Sovrintendenza,( decreto del 7/09/2005). «E´ stata grande la delusione e lo sconcerto quando, nella Conferenza di servizi – continua Matteoni - la Sovrintendenza non ha difeso il vincolo paesaggistico appena introdotto. Anche le procedure autorizzative sono tutte improntate alla veolocizzazione dei percorsi burocratici e a negare la partecipazione».

Infine secondo Franco Matteoni la situazione di Pistoia si riprodurrebbe quasi fedelmente a Lucca e Massa: «anche qui i nuovi ospedali sono stati previsti in aree con grosse criticità, dismettendo nosocomi ancora efficienti e in cui sono in corso ingenti investimenti di ammodernamento».

Ma da Massa, Lucca e Prato non giungono gridi di scempio da parte di nessuno. E, d´altra parte, pur non conoscendo nello specifico le singole tematiche, c´è da osservare che non tutti i verdi di Pistoia hanno espresso lo stesso giudizio di Matteoni e, francamente, rimane difficile pensare che, di quattro localizzazioni, non se ne sia indovinata una. Forse conviene dosare la parola "ecomostro" e distinguere magiormente fra criticità diverse e diverse "sostenibilità" e "insostenibilità". Così come andrebbe equilibrata la giugulatoria sul decentramento e la partecipazione ( ai e dei Comuni) con l´accentramento di poteri (alla e della Regione).

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