[28/08/2006] Trasporti

L´associazione Idra sulla Tav: «Nuove regole per l´Osservatorio ambientale»

FIRENZE. L’associazione ecologista toscana Idra, nata per seguire e controllare il progetto Tav, ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, in cui chiede di cambiare non solo i progetti ma anche le regole, in modo particolare per quel che riguarda la struttura e la composizione dell´osservatorio ambientali.

«Un grave impedimento all’autonomia dell´Osservatorio Ambientale deriva, a nostro avviso, dagli stessi meccanismi decisionali previsti al suo interno. Se infatti è utile e opportuno che nell’Osservatorio intervengano il Proponente l’opera (TAV SpA) e l’Alta Sorveglianza (Italferr SpA), altrettanto inopportuno sembra che le decisioni relative alle attività di un organo di natura eminentemente pubblica debbano essere assunte con voto unanime, e conseguente implicito potere di veto da parte dei soggetti “controllati”».

Così come «sembra ovvio dover esprimere riserve sul cumulo di incarichi e competenze che talora grava sui componenti o sugli stessi presidenti dell’Osservatorio. Ci si domanda se persone investite da incarichi pubblici di così alto rilievo e impegno possano materialmente adempiere a funzioni aggiuntive così importanti come quelle che derivano dalle competenze dell’Osservatorio. Non sembra in alcun modo apprezzabile, ancora, la scelta di nominare come membri dell’Osservatorio, cui è demandato il compito di vigilare sulle condizioni di realizzazione del progetto, delle persone che hanno rivestito un qualche ruolo nell’iter che ha portato all’approvazione del progetto stesso. Assai più saggio, opportuno e istituzionalmente corretto sarebbe, a nostro avviso, conclude Idra, indicare soggetti in tutto e per tutto “terzi” rispetto all’opera».

Idra ricorda poi che «l’accordo procedimentale per la tratta Tav Bologna-Firenze, nel cui ambito è prevista l’istituzione di un Osservatorio Ambientale Nazionale, è giunto a scadenza lo scorso giugno senza che l’opera sia stata completata e quando ormai sono trascorsi dieci anni dalla stipula dell’atto integrativo tra Tav SpA e FS SpA».

E aggiunge: «Com’è noto l’effettiva entrata in vigore dell’accordo procedimentale, e in particolare l’istituzione dell’Osservatorio ambientale, hanno accusato ritardi importanti nel primo ciclo di attuazione, determinando inefficienze diffuse e profonde che hanno contribuito a caratterizzare l’esperienza Tav in Toscana come particolarmente distruttiva, un vero e proprio modello negativo nazionale di intervento sull’ecosistema montagna».

L’associazione toscana riassume in undici punti i propri rilievi critici e le proposte di riforma del sistema. In primo piano l’esigenza di una struttura organizzativa efficiente: «persino il numero di sedute che l’Osservatorio dedica alle materie di sua competenza appare sproporzionatamente basso rispetto alla quantità e gravità di temi e di emergenze che la cantierizzazione ha determinato sul territorio. All’Osservatorio è mancato a lungo un supporto tecnico adeguato alla scala dei problemi da affrontare, dotato di un appropriato investimento di risorse materiali e umane e della necessaria capacità ricettiva delle istanze della società civile».

«L’Osservatorio – conclude Idra - non ha mostrato neppure una capacità di comunicazione e trasparenza verso l’esterno tali da permettere di considerarlo uno strumento di informazione e conoscenza anche a disposizione del cittadino. Assai più efficace si è dimostrata l’attività dell’Osservatorio Ambientale Locale istituito dalla Comunità Montana del Mugello, anche se non sempre è parsa sufficientemente e appropriatamente valorizzata».

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