[18/08/2006] Rifiuti

Gdo, Gpp e riduzione dei rifiuti: quelli che ci provano

VERONA. A Salizzole, piccolo comune del veronese dove i dati della raccolta differenziata nel 2004 facevano già segnare un 63,60%, da alcuni mesi vengono usati sacchetti in Mater Bi per la raccolta della frazione organica. Scelta encomiabile e quasi futuristica per molte altre parti d’Italia, ma che evidentemente non basta all’amministrazionedi Salizzole, che infatti da qualche giorno sta sperimentando un sacchetto ancora più ecologico di quello in Mater Bi (che è biodegradabile perché fatto col mais).

«Alla luce del generale gradimento da parte delle 100 famiglie che lo hanno sperimentato – dice l’assessore all’ecologia Filippo Scipioni - già dal prossimo anno si può pensare di sostituire i sacchetti tradizionali in Mater-Bi con i Sumus, che oltre ad essere ecologici, hanno anche un costo inferiore».

Cos’è il Sumus? Si tratta di un sacchetto molto simile a quelli usati da sempre per il pane, è composto interamente da carta riciclata, certificata per la sua compostabilità e trattata per essere umido-resistente. Il principale vantaggio del nuovo sacchetto infatti, a detta di chi l’ha inventato, è dato dalla sua capacità traspirante, che consente al rifiuto organico di ossigenarsi e quindi di iniziare la fase di compostaggio senza marcire. Questo procedimento, oltre ad aumentare la qualità del compost finale, limita notevolmente gli odori molesti.

Tra i limiti segnalati da chi lo ha provato, invece, la difficoltà pratica di inserirlo nel bidoncino e la chiusura ancora un po’ difficoltosa. Difficoltà che comunque sembrerebbero in parte superabili con l’adozione di uno speciale bidoncino forato che verrebbe consegnato con le buste di carta.

Ad ideare Sumus è stata la Aspic Srl, giovane azienda con sede a Milano nata dalla volontà di produttori di materiali e di imballaggi di incentivare il commercio e l’utilizzo di prodotti riciclati e riciclabili.

Al di là dei pregi e dei difetti che può avere questo nuovo prodotto, fa riflettere il fatto che in un Comune si stia cercando di migliorare ulteriormente il Mater Bi, i cui prodotti derivati dal mais e interamente biodegradabili (che a Salizzole sono “tradizionali”!) trovano pochissimi sbocchi sul mercato. Anche nella grande distribuzione.

Grande distribuzione che invece, anche quando ci prova, spesso risulta indietro sui temi della sostenibilità, come dimostra la vicenda dei famosi sacchetti ecologici della Coop, che ha portato a una multa da parte dell’autorità garante della concorrenza e a una lunga querelle (ora ricomposta) con Legambiente: «100% degradabile» era il messaggio pubblicitario nel quale si spiegava che la plastica costituente il sacchetto «contiene un additivo, l’Epi-Tdpa, che miscelato con il Polietilene convenzionale la rende totalmente degradabile. Nel giro di tre anni si decompone, senza rilasciare sostanze dannose».

E questi sono i pochi che ci provano. Figuriamoci gli altri.

(nella foto: alcuni shoppers in Mater Bi)

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