[14/08/2006] Consumo

Sostenibilità del turismo, diritto al lusso e diritto all´ambiente

LIVORNO. Fruizione di un bene (naturale e di tutti, come il mare) e godimento dello stesso. Un problema che sta diventando all’ordine del giorno oggi in molti litorali italiani come quelli toscani, dove la pressione antropica legata al turismo rischia di portare al collasso dell’intero sistema. Da una parte infatti c’è la ricerca spasmodica da parte degli operatori del turista in più ogni anno, dall’altra il rischio è che raggiunto un affollamento estremo, l’attrazione del luogo non sia più la stessa, e i turisti comincino a scemare.

Le contraddizioni di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: recentemente per esempio è sorta la polemica intorno alla necessità di nuovi parcheggi per accedere alle spiagge del litorale a est di Piombino, con la risposta secca del presidente del Parco della Val di Cornia Massimo Zucconi, che oltre quel numero di turisti non si può proprio andare.

Scelta coraggiosa, che comunque  viene compiuta già da diverso tempo anche in altre zone: la famosa spiaggia si Cala Violina, premiata tra le più belle d’Italia, dove il parcheggio è uno solo e contingentato: «Chi vuole venire a cala Violina sa di venire a fare del turismo di qualità – ha spiegato l’assessore allo sviluppo sostenibile e vicesindaco di Scarlino Marcello Stella – e quindi deve essere disposto anche a dei sacrifici: Domani che è ferragosto il parcheggio sarà completo prima delle 8, ma una scelta del genere è indispensabile per preservare le nostre bellezze naturali».

Non è assolutamente vero quindi che la leva economica, può da sola fungere da punto di equilibrio. Un tema sul quale si è discusso anche nell’incontro di domenica sera a Festambiente dedicato a Turismo sostenibile, buone pratiche e qualità dei servizi. A questo proposito l’europarlamentare di Rifondazione comunista Vittorio Agnoletto ha ricordato il caso-limite di Portofino: raggiungibile con una sola strada, la perla della riviera ha pochissimi (e carissimi) parcheggi: esauriti quelli si torna indietro. «Portofino è un caso particolare – ha sostenuto Vittorio Agnoletti - è vero che pagare 8 euro per un’ora di parcheggio è un salasso micidiale e rischia di escludere per sempre dal paese chi non se le può permettere. Però è anche vero che altri spazi non ce ne sono. Allora quale può essere il punto di equilibrio per Portofino? Può essere lasciare un costo orario di parcheggio così alto, ma contemporaneamente deve essere attivato un servizio di bus navetta da Santa Margherita, alla portata di tutti. Il rischio è anche di avere troppe persone e non troppe macchine? Pensiamo allora a un ticket individuale minimo di ingresso».

Altri casi, le isole, dove al difficile rapporto tra incremento del turismo ed erosione delle risorse turistiche si affianca anche un altro problema, quello dei trasporti (che non è solo far arrivare o meno l’auto del turista, come avviene da anni all’isola del Giglio con le limitazioni durante l’estate per chi non è residente). Perché se le isole sono care la lunghezza del soggiorno si accorcia e questo può forse interessare poco l’operatore turistico (che comunque in alta stagione ha un ricambio pressoché garantito), ma interessa molto a chi gestisce i trasporti navali, interessati più che mai al mordi e fuggi che riempie a dismisura i traghetti. E nessuno ha mai pensato per esempio di elaborare un bilancio ambientale turistica tenendo conto del viavai continuo dei traghetti.

Ipotesi tante, azioni diverse, soluzioni nessuna. Ma intanto ci si prova. Come ha fatto il presidente della Regione Sardegna Renato Soru, che dopo aver vietato qualsiasi nuova costruzione entro 2 chilometri dalla linea di costa (legge invocata anche da Legambiente per il resto d’Italia), ha imposto la famigerata tassa sul lusso che ha mandato su tutte le furie Flavio Briatore, autoelettosi ribelle al grido di “il lusso è un diritto”. Ma anche l’ambiente è un diritto. O forse è solo un lusso.

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