[08/08/2006] Rifiuti

Ma sì. bruciamo i rifiuti in mare, lontano dagli occhi e dalle coscienze

REGGIO CALABRIA. Il problema dei rifiuti, anzi degli impianti che servono a selezionare/trattare/smaltire/bruciare i rifiuti (che nessuno vuole nel proprio giardino, a prescindere dal tipo di impianto!) l´ha risolto Aidia Calabria (Associazione Donne Ingegnere e Architetto), che annuncia «nuovi posti di lavoro con una gestione diversa della raccolta e dello stoccaggio dell´immondizia in Calabria».

L´annuncio così com´è fa riandare la memoria a vecchie promesse elettorali, ma Aidia spiega concretamente qual è il suo progetto: «Con questo progetto - spiega la presidente di Aidia Calabria Giulia Fresca - si ritorna all´antica figura dell´operatore ecologico, che andrà a raccogliere i sacchetti casa per casa, in linea con quanto recentemente deliberato dalla regione Calabria ed addirittura conferito in termini economici ai vari Comuni, proprio per la raccolta porta a porta».

E fin qui nulla di diverso dal (comunque tanto discusso) porta a porta.

Il colpo risolutivo viene dopo, perché «il ciclo poi continuerà con lo stoccaggio su alcune navi - si legge nella nota di Aidia - che funzionano come termovalorizzatori. Si tratta di
Econavi, come noi le abbiamo denominate, ovvero navi ecologiche multiservizi. In pratica questi battelli si muoveranno con la spinta che arriverà dal combustibile dei rifiuti e produrranno energia come normali termovalorizzatori, con la particolarità che navigheranno lungo le nostre coste, quindi, per i centri che s´affacciano sul mare diventa meno complicato stoccare l´immondizia. Da segnalare, inoltre, che non viene prodotto materiale di scarto, in quanto tutto viene riciclato. Questo significa impatto ambientale zero e zero inquinamento dell´aria e dell´acqua».

Ora al di là del fatto che una cosa è riciclare e un´altra cosa è recuperare energia dalla termovalorizzazione dei rifiuti, appare piuttosto difficile affermare che non ci sarà inquinamento dell´aria: diossine e nanopolveri non è che in questo modo spariscono, semplicemente si diffonderebbero in atmosfera lontano dagli sguardi e dalla coscienza.

Senza contare il fatto che questo progetto assomiglia un po´ a quelli che dicono di mandare i rifiuti nello spazio o alle bizzare teorie di geoingegneria che vogliono riempire di specchi il deserto del Sahara per allontanare i raggi solari e il calore dalla terra: guai a cambiare le abitudini dell´essere umanio, che deve comprare e consumare e produrre rifiuti. Guai a tentare una riduzione dei consumi e della produzione dei rifiuti o a investire sul riciclo e nel recupero. A che serve impegnarsi tanto se poi basta bruciare tutto in mare, lontano dagli occhi?

Per finire comunque Aidia snocciola anche qualche numero: «Secondo i nostri conti, dunque - speiga Aidia - tra costruzione delle navi e addetti alla raccolta e stoccaggio dei rifiuti potremmo superare tranquillamente la soglia dei ventimila nuovi posti di lavoro. Un progetto redditizio, che costa poco e può essere realizzato in breve tempo. In pratica a chi dovesse prendere tale decisione, comuni, provincia o regione, smaltire una tonnellata di immondizia costerà 77 euro. Un prezzo che comprende anche la costruzione della nave che avverrà in meno di sei mesi».

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