[08/08/2006] Parchi

Libano, bombardata una centrale elettrica, tutto il carburante in mare

ROMA. Trentamila tonnellate di carburante si sono riversate in mare dopo il bombardamento da parte delle forze armate israeliane della centrale elettrica di Jiyyeh, situata a 30 km a sud di Beirut. Sono i dati allarmanti del rapporto realizzato dal Centro della convenzione di Barcellona, Info-Rac, il trattato Onu per la protezione del Mediterraneo, presentato stamani dal ministero dell’ambiente. Dalla centrale e dai depositi è uscita una quantità di carburante che ha provocato una marea nera che oggi si è allargata su almeno 120 chilometri di coste, raggiungendo la Siria e alcune aree delle coste turche e cipriote: si tratta oltretutto di olio combustibile per impianto energetico, un cocktail chimico composto di idrocarburi policiclici aromatici, di sostanze come il benzene, il benzopirene, il tuolene, i policlorobifenili (PCB) che mettono a rischio la salute dell’ambiente e della parte più esposta dei circa 3 milioni di esseri umani che abitano sulle coste maggiormente colpite dalla marea nera.

Non esistono invece, a livello attuale, informazioni sui danni diretti dell’esplosione dell’impianto di Jiyyeh, stime sulla dispersione degli inquinanti lanciati in atmosfera dalle esplosioni causate dal bombardamento e dagli incendi. Nelle centrali elettriche sono presenti accumulatori che contengono PCB: le alte temperature creano diossina. L’incendio dei serbatoi di carburante potrebbe aver diffuso una nube inquinante su un’area densamente abitata, ma a questo proposito mancano totalmente le informazioni necessarie.

La marea nera ha colpito anche la Riserva Naturale Marina delle isole Palm, Sanani e Ramine, situata 5 km al largo da Tripoli. Questo sito, protetto dal 1992 e inserito nella lista delle aree specialmente protette mediterranee (ASPIM) nell’ambito della Convenzione di Barcellona, offre rifugio a 156 diverse specie di uccelli migratori, oltre a essere un luogo di avvistamento della foca monaca mediterranea e di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta. Tra il 1997 e il 1999 i nidi di questa specie erano aumentati da 3 a 31.

La guerra ha colpito inoltre le più importanti aree libanesi di nidificazione di Caretta caretta e Chelonia mydas, le uniche due specie di tartaruga marina che in Mediterraneo si riproducono. La spiaggia di El-Mansouri e la Riserva Naturale di Sour, vicino Tiro, sono tra i campi di battaglia. Il villaggio di Abbassiye, che si affaccia su uno dei maggiori siti di riproduzione di questi animali in Libano, è stato completamente raso al suolo. Le tartarughe marine sono specie minacciata e protetta in Mediterraneo da leggi internazionali. Si riproducono solo ogni due o più anni e, in genere, le femmine tornano a deporre le uova sulla medesima spiaggia in cui sono nate. Il periodo di riproduzione va da maggio a settembre: i bombardamenti sono avvenuti quindi nel preciso momento di schiusa dei nidi. La stagione 2006 è completamente persa per questi rettili marini e si presume che le spiagge colpite rimarranno difficilmente agibili per le tartarughe che torneranno a deporre negli anni a venire.

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