[02/08/2006] Urbanistica

Le vecchie ferrovie? Trasformiamole in piste ciclabili

FIRENZE. La Federazione italiana Amici della bicicletta (Fiab) ha promosso una proposta di legge per trasformare le vecchie ferrovia dimesse in percorsi di mobilità sostenibile. «In Italia – si legge nella petizione che può essere sottoscritta on-line su fiab-onlus.it - esiste un patrimonio di sedimi ferroviari in abbandono o sottoutilizzato che ammonta a oltre 5000 km.
Oltre a questo si devono aggiungere migliaia di chilometri di strade arginali, sentieri storici, strade dismesse».

«Si tratta di un patrimonio immenso che è assurdo lasciare inutilizzato o destinato al degrado. Infatti esso mantiene un notevole valore economico, storico e paesaggistico, di utilità sociale. Se venisse recuperato, sottoforma di piste ciclopedonali o di ‘vie verdi’, potremmo anche in Italia, come all’estero, disporre di una rete di mobilità dolce, sicura e protetta, adatta ai pedoni, ai cicloturisti, agli anziani, ai diversamente abili, ai bambini».

A sostenere gli amici della bicicletta è CoMoDo la confederazione per la mobilità dolce che raccoglie 16 associazioni nazionali tra cui WwF, Club aAlpino italiano e FederParchi che ha redatto «una proposta di legge nazionale per la salvaguardia, il riuso e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono. In tale legge – spiaga la Fiab - si prevede la cessione di tale patrimonio dalle compagnie ferroviarie agli enti pubblici con l’obiettivo del suo riuso, la conservazione dei manufatti e delle opere d’arte insite alle linee dismesse equiparandole ai beni tutelati dal Codice Urbani sul paesaggio, l’istituzione di un organismo preposto al coordinamento e alla promozione di una rete nazionale per la mobilità dolce».

Secondo CoMoDo il recupero di queste infrastrutture favorirà la corretta gestione del territorio, sottraendo delle opere dal pregiato valore ingegneristico al degrado e all’abbandono e valorizzandole come patrimonio storico e culturale.

«Non solo – dice il Wwf - la creazione di una mobilità dolce sposterebbe una quota crescente di utenti dalla strada, dove biciclette, cavalli e pedoni devono convivere forzatamente con gli autoveicoli, a percorsi separati e protetti, con il conseguente vantaggio della sicurezza stradale e una non trascurabile diminuzione delle emissioni di gas serra, in ottemperanza agli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto»

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