[01/08/2006] Acqua

L’alga tossica non dovrebbe far paura ai bagnanti toscani

LIVORNO. Mentre Genova e Fregene sono in piena psicosi da alga tossica, e fioccano le ordinanze cautelative di divieto di balneazione, ricordo dei 180 ricoveri provocati un anno fa in Liguria, qualche timore si affaccia anche in Toscana, anche se il rischio sembra molto minore.

L’alga tossica infatti, ormai ribattezzata killer, è l´Ostreopsis ovata (nella foto), viene dai tropici ma si è ambientata e diffusa nel Mediterraneo almeno dal 1989. Il problema della sua tossicità per l’uomo sorge solo in particolari condizioni. Infatti, quest’alga della famiglia delle Dinoficee ama la luce e una temperatura dell’acqua sopra i 30 gradi, per questo si sviluppa nei primi metri d’acqua vicino alla riva, soprattutto in condizioni di prolungato mare piatto e magari in aree marine chiuse da opere artificiali di difesa della costa.

L´eccessiva concentrazione di sali di azoto e fosforo, spesso causata da scarichi fognari mal depurati è un’altra condizione necessaria per la sua “fioritura”. L’alga trova così l’ambiente giusto per moltiplicarsi e la tossina che contiene può dare grossi fastidi ai bagnanti: disturbi intestinali, febbri alte, irritazione di occhi e gola, dermatiti.

La situazione in Toscana pare sotto controllo, anche per la conformazione delle coste e il flusso delle correnti che non permettono in molti luoghi di villeggiatura il prosperare della Ostreopsis ovata, e basterebbe una burrasca ed un po’ di mare mosso a dissolvere definitivamente questa ultima paura estiva.

Ma la vicenda dell’alga tossica (che qualcuno scambia addirittura per la Posodonia, che invece è una pianta superiore di grande importanza per la salute del mare e delle coste) ci dice come l´ambiente stia cambiando, tropicalizzandosi e rendendo necessario che i nostri comportamenti si adeguino ai cambiamenti, magari avendo conoscenza e rispetto, e non semplicemente paura, delle nuove specie che il nostro mare ospita.

Per Lucia Venturi, responsabile scientifico di Legambiente, le fioriture della proliferazione della cosiddetta alga tossica (Ostreopsis
ovata) dimostrano una cosa che gli ambientalisti vanno ripetendo da anni:
«il Mediterraneo si sta tropicalizzando. Anche quest’anno, come stanno verificando anche i tecnici della Goletta verde di Legambiente, si registrano temperature superficiali superiori di 1 – 2 gradi rispetto alla media stagionale. Inoltre le nostre acque sono diventate ricche di nutrienti, e questo è il secondo fattore che favorisce la riproduzione delle alghe».

Che il Mediterraneo stia diventando un mare tropicale è comunque un dato incontrovertibile, di cui vanno studiate tutte le conseguenze. Occorre perciò aumentare i monitoraggi e individuare le condizioni che scatenano i bloom algali per poter fare opera di prevenzione e poter organizzare eventuali stati di allerta.

«Ma a lungo termine – ha concluso Venturi – si dovrebbe intervenire sulle cause dell’innalzamento delle temperature. E mettere in campo interventi contro l’inquinamento e l’effetto serra, per prevenire i cambiamenti climatici».

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