[31/07/2006] Consumo

Gelato Ogm al merluzzo? No grazie

ROMA. La multinazionale Unilever, che controlla oltre il 40% del mercato italiano del gelato confezionato, vuole lanciare in Italia il “gelato al merluzzo” o meglio alla proteina artificiale copiata con la bioingegneria dal ´macrozoarces americanus´, una specie di merluzzo che vive nelle acque atlantiche più fredde. L’intento di Unilever è quello di abbassare così la temperatura a cui si formano i cristalli di ghiaccio e realizzare gelati con forme più complicate e più “gradevoli” alla vista, soprattutto dei bambini.

Il primo no arriva da Federconsumatori che ricorda «di aver sempre dichiarato tolleranza zero sulla presenza di Ogm nelle produzioni alimentari, sia umane che animali» e ritiene «che il tentativo di introdurre in Italia il “gelato Ogm”, è un enorme rischio per la salute dei cittadini. Tale proteina, ad alto rischio di allergie – spiega Federconsumatori - finirebbe nei gelati confezionati. È necessario in questa operazione maggior trasparenza e chiarezza al fine di evitare disattenzioni e superficialità che possono causare, soprattutto ai giovani che hanno un rilevante consumo di gelato, profondi danni significativi».

Intanto la senatrice dei Verdi Loredana De Petris, capogruppo in Commissione agricoltura e alimentazione, ha presentato un´interpellanza urgente al governo sul procedimento di autorizzazione a commerciare il gelato al merluzzo, avviato da Unilever il 20 luglio presso l´agenzia per la sicurezza alimentare della Gran Bretagna.

«Il nostro governo – dice De Petris - si deve attivare in sede europea per impedire la commercializzazione da parte di Unilever, in assenza di adeguate garanzie per la salute, del nuovo gelato contenente la proteina derivata, con procedimento biotecnologico, dal merluzzo artico». La senatrice Verde spiega anche un retroscena burocratico.

«Non a caso Unilever ha scelto la Gran Bretagna per l´avvio della pratica. Si tratta del paese europeo più aperto agli ogm: il parere delle autorità britanniche, per le procedure interne al sistema di sicurezza alimentare dell´Unione, viene immediatamente trasferito all´Autorità europea di Parma per l´istruttoria del nuovo alimento su scala europea. Il nostro è anche un´allerta per le organizzazioni dei consumatori: l´opinione informata di chi acquista può pesare molto sui comportamenti dei marchi più diffusi in Europa».

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