[31/07/2006] Comunicati

Ghelli, l´Unione non c´è ma non solo sulle questioni ambientali

LIVORNO. L’Unione che in Toscana non c’è. E le cui forze politiche si scontrano soprattutto sulle tematiche della sostenibilità ambientale dello sviluppo. Sono le questioni sollevate da greenreport.it nei giorni scorsi e che, dopo averne già discusso con il coordinatore dei Ds toscani Andrea Maciulli, oggi affrontiamo con Luciano Ghelli, capogruppo del Pdci al Consiglio regionale.

Ghelli, in Toscana l’Unione non si è costituita. Questo non rischia di frenare sia le politiche della sostenibilità che quella dello sviluppo? «Sì, però non credo che l’Unione in Toscana non ci sia solo a causa delle questioni ambientali. Ma anche per sviluppi e evoluzioni dei partiti. Il metro di paragone, però, non è certamente l’atteggiamento di Rifondazione Comunista. Io sono ambientalista, ma dissento dalle loro posizioni».

Leggendo la cronaca dei giornali, però, sembra invece che siano proprio le questioni ambientali a tenere lontani i partiti all’interno dell’Unione. Ultima prova in ordine di tempo ne sia l’approvazione del Piano dei rifiuti di Firenze, che ha avuto come conseguenza l’uscita dalla giunta dei Verdi.
«Io lo ripeto sono ambientalista, ma sono favorevole agli impianti. Basta che siano fatti nell’assoluta sicurezza per la salute dei cittadini. Magari cominciando a discuterne nell’ottica dell’area vasta, cercando di coinvolgere i cittadini nei dibattiti. La posizione di Rifondazione non si capisce perché ci ha abituato a tutto e al contrario di tutto. Basta vedere Bertinotti che prima parlava di due destre, quella vera e quella del centrosinistra e ora parla di una borghesia buona. Detto questo, comunque, per noi Rifondazione può entrare quando vuole»

Quello che sembra a noi è che il dibattito all’interno dell’Unione avvenga soprattutto tra gli amministratori. Non pensa che servirebbe un ritorno delle forze politiche nel ruolo di soggetti che elaborano e dialogano direttamente con la società civile? «Il problema è che i partiti non ci sono più».

La ritiene una deriva incontrastabile? «No, io vengo dal Pci, da un grande partito che discuteva con la gente. Oggi questo manca ai partiti, mentre non mancano nuovi partiti. Quando sento Mussi che ne vuole fondare uno, mi sento morire. Bisogna recuperare quel ruolo».

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