[25/07/2006] Consumo

«Sui servizi di distribuzione dell´acqua, possibile scontro con l´Ue»

LIVORNO. Nuova tappa verso la liberalizzazione dei servizi Ue. Il Consiglio ha chiuso la prima lettura del provvedimento ratificando l’accordo raggiunto a maggio sulla direttiva – la cosiddetta Bolkestein – che ha l’obiettivo di unificare il mercato europeo dei servizi.

La direttiva – dalla quale lo ricordiamo è stato tolto definitivamente il contestatissimo principio del paese d’origine – riconosce la libertà dei prestatori di servizi di operare in qualsiasi paese diverso da quello della loro sede, purché rispettino le regole dello Stato ospitante. Nel processo di liberalizzazione, tra gli altri, si parla anche dei servizi di distribuzione.

Un argomento che si presta a molte interpretazioni. C’è infatti chi intravede in questi servizi di distribuzione anche quelli di acqua, gas e rifiuti. Per fare un po’ di chiarezza abbiamo chiesto il parere di Eros Organni, dottore commercialista, esperto servizi pubblici e project finance, collaboratore di Italia Oggi.
Dottor Organni, che cosa si intende, nella direttiva, per servizi di distribuzione? «Non di acqua, gas e rifiuti. Nell’Ue queste questioni rientrano in quelle di carattere universale. La Bolkestein non si occupa di queste cose. E’ stata sovradimensionata. Questo non significa, però, che con l’Unione Europea l’Italia non debba confrontarsi su questi temi. E soprattutto sui principi di liberalizzazione questi sì contenuti anche nella Bolkestein».

Ci spieghi meglio «In Italia la distribuzione di servizi di acqua, gas e rifiuti sono regolati dalla legge 113, che però viene contestata dall’Ue da una decina di anni. Questo perché prevede l’affidamento diretto dei servizi».

C’è da aspettarsi che l’Ue, quindi, ci costringa a fare delle modifiche sostanziali? «Molto c’è già nel decreto legge Bersani, che per gas e rifiuti praticamente è in linea con le direttive europee. E quindi teso a limitare l’affidamento diretto del servizio. Per quanto riguarda l’acqua, invece, tutto resta invariato. Mentre per l’Ue anche in questo campo deve esserci la liberalizzazione. Per l’Ue, infatti, l’affidamento in house (diretto) è un’eccezione, non la regola. Dovremmo quindi vedere come considereranno questa posizione dell’Italia».

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