[24/07/2006] Rifiuti

Artusa: «Sono pronto a guidare le manifestazioni per ridurre i rifiuti»

FIRENZE. «Il nodo non è se si farà o no l’nceneritore unico nella piana fiorentina, ma ridurre i rifiuti per ridurre gli inceneritori». L’assessore regionale all’ambiente Marino Artusa cerca di bloccare così sul nascere il nuovo «caso» nato sull’asse Pistoia-Prato. Una situazione paradossale, dove da una parte il presidente del consiglio provinciale di Pistoia Marco Giunti plaude alla Regione perché convinto che nella piana sorgerà un solo impianto, mentre dall’altra Stefano Arrighini, assessore provinciale di Prato, si inalbera perché di «progetti per un inceneritore unico d’area non si è parlato al tavolo regionale né qualcuno l’ha proposto né sono stati presentati progetti».

Assessore Artusa, ma allora le cose come stanno?
«Stiamo chiudendo i tavoli regionali e rispetteremo il termine della fine del mese come più volte ha detto il presidente Martini. Con l’obiettivo di ridurre i rifiuti per ridurre gli inceneritori. Questa è la questione, non l’inceneritore in sé e per sé, una cosa quest’ultima che non mi appassiona. Noi vogliamo ridurre la produzione di rifiuti del 15 per cento entro il 2010, ed è così che si prende il serpente per la testa. Parlando di inceneritori e basta significa invece prenderlo per la coda, cosa che non voglio fare».

Di che cosa state discutendo, dunque, ai tavoli?
«Stiamo cercando di costruire una gestione dei rifiuti rispetto all’area vasta. Con la filosofia del ‘chi inquina paga’. Vogliamo ridurre i rifiuti e non vogliamo che questi, come talvolta accade, vengano portati in altre regioni o in zone di provincia. Inoltre noi consideriamo le discariche la cosa peggiore in assoluto».

Che ne intendete fare?
«In futuro pensiamo all´azzeramento delle discariche, ma anche a quello degli inceneritori».

Un obiettivo al momento piuttosto difficile da raggiungere.
«Lo sappiamo. Ma il concetto lo ripeto è quello di abbattere la produzione per diminuire il numero degli inceneritori. Oggi ce ne sono molti e sappiamo che stando così le cose ne servirebbero un certo numero. Noi però prima cerchiamo di abbattere la produzione e poi vediamo quanti, grazie a questo lavoro, ne necessiteranno davvero».

Ma da dove si comincia a ridurre la produzione di rifiuti?
«Questa è una domanda che mi piace. Si comincia confrontandoci con i produttori, poi con la grande distribuzione e infine con i cittadini, magari con una campagna di educazione ambientale. Dobbiamo insegnare a diminuire gli sprechi».

Ci faccia qualche esempio.
«Se un consumatore sapesse quanto costa un pomodoro che viene dalla Cina, tenendo conto del viaggio e del conseguente utilizzo di petrolio, sceglierebbe di comprarne magari uno italiano. Altro caso è quello delle bottiglie di plastica per l’acqua. Anche questa ha dei costi molto elevati e sono fiero del fatto che alla mensa della Regione siamo riusciti ad azzerare questo uso».

Certo anche al meeting di San Rossore potevate non usare bicchieri e piatti di plastica monouso.
«Infatti il prossimo anno non lo faremo più o almeno ne ridurremo drasticamente l’utilizzo. Vorrei in conclusione fare un appello».

Dica.
«Vorrei che la gente si appassionasse alla riduzione dei rifiuti. E dichiaro di essere pronto anche a fare da capofila a chiunque abbia intenzione di fare una manifestazione a favore della riduzione dei rifiuti».

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