[21/07/2006] Parchi

Arcipelago, il parco nazionale compie 10 anni, ma nessuno festeggia

PORTOFERRAIO (Livorno). Il 22 luglio 1996 veniva istituito il parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Uno strano compleanno, che nessuno festeggia. Ci prova Legambiente scattando una foto in bianco e nero. In una lunga nota l’associazione ambientalista ricorda la travagliata storia del parco, tra manifestazioni contrarie, ricorsi al Tar, commissariamenti, così il parco «non è riuscito a crescere, a rappresentare quella occasione di diverso sviluppo che nelle speranze di chi, come Legambiente, il Parco lo ha voluto, difeso, appoggiato».

La contrarietà iniziale si è poi trasformata in “accettazione” che a Legambiente sembra «la parola giusta per spiegare la situazione che stiamo vivendo nell’Arcipelago da 10 anni, certo non passione, adesione, condivisione». Un Parco che ha ormai i vizi ed i limiti del frammentato panorama amministrativo elbano, in un ruolo defilato che il commissariamento imposto dal Matteoli ha reso ancora più palpabile.

Questo per Legambiente «è stato possibile anche perché l’ente ed il suo funzionamento non sono stati vissuti come necessari dalle altre istituzioni, spesso l’area protetta è considerata tutt’al più come etichetta e cartolina turistica e non come occasione di innovazione e capacità di attrarre e consolidare flussi turistici alternativi».

Per gli ambientalisti sono stati «10 anni di parco elbanocentrico, un’area protetta che ha vissuto le isole più piccole come aggiunta di cui occuparsi saltuariamente e solo se qualche emergenza lo imponeva» ed elencano tutti i mancati interventi, l’abbandono di progetti, le difficoltà burocratiche e le contrapposizioni tra istituzioni che non hanno reso davvero visibile il parco a Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.

Ma anche il fortissimo ritardo e la confusione per l’istituzione dell’area marina protetta nella «più vasta area di mare protetta del Mediterraneo - 60.0000 ettari intorno a Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri - non è riuscita a trasformarsi in quella vera Amp prevista da oltre 20 anni tra le primissime aree di reperimento».

Intanto rimangono ancora da approvare il piano del parco ed il piano pluriennale economico e sociale, anche per la debolezza dimostrata dalla Comunità del parco (regione, province, comuni e Comunità Montana. «Si è molto discusso di cinghiali e di caccia, di piani strutturali, di edilizia – scrive Legambiente - mai di progetti di sviluppo, di qualità e di ambiente, di che fare del parco e col parco». Il risultato è che «dopo 10 anni di vita, il Parco riparte quasi da zero, potrebbe essere anche un’opportunità per non perseverare negli errori del passato. Potrebbe esserlo se chi verrà chiamato a dirigere il Parco lo penserà finalmente come un’Istituzione indispensabile e delicata, da rispettare e fortificare, facendone funzionare davvero tutti gli organi di governo ed indirizzo ed accettando il confronto e la condivisione con le amministrazioni e le comunità locali, ma anche facendo quelle scelte indispensabili per tutte le isole, che non possono continuare ad attendere la fine di polemiche infinite e di mediazioni mai risolte».

Per questo Legambiente chiede al ministro dell’ambiente e al presidente della regione Toscana di individuare «nell’Arcipelago un presidente capace, che ne conosca l’ambiente e la complicata realtà amministrativa, politica, sociale ed economica e che abbia l’autorevolezza e la passione necessaria per affrontare un compito difficile, che abbia il coraggio di tagliare qualche nodo gordiano e qualche ragnatela che ha impedito al Parco di diventare quello che merita di essere: una delle più belle realtà della politica di protezione in Italia e l’occasione di valorizzazione di ambienti unici e di un pezzo di Mediterraneo in gran parte ancora integro. E poi si nomini finalmente un direttivo del Parco composto da persone capaci che affianchino il nuovo Presidente nel rilancio e nella crescita del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano».

Torna all'archivio