[21/07/2006] Rifiuti

Fontanelli: modificare gli Ato per raggiungere economie di scala

PISA. «Un soggetto terzo che certifichi le raccolte differenziate in Toscana? Non lo so, il meccanismo della certificazione deve fondarsi su un rapporto chiaro, trasparente e verificabile con le aziende, non è che può esserci un soggetto che va a controllare i camion all’improvviso».
Paolo Fontanelli, sindaco di Pisa e presidente dell’Anci Toscana, non nasconde l’esigenza di compiere una riflessione complessiva sul governo dei rifiuti. Anche a partire dall’episodio che ha coinvolto Geofor, l’azienda di gestione dei rifiuti dell’area pisana. «Una cosa gravissima dal punto di vista del significato, dell’impatto, dell’immagine e della correttezza – ha puntualizzato Fontanelli – anche se nelle quantità è stato un fenomeno irrisorio, dettato dal fatto che mancavano davvero pochi decimali per arrivare al 35 per cento».

Sindaco, non trova che il ruolo del Conai, che per lungo tempo è stato importante come battistrada della cultura del recupero in rapporto con i Comuni, adesso rischia di essere una barriera alla reale necessità di collocare i materiali raccolti in modo differenziato?
«Su questo bisognerebbe ragionare. Sono convinto, però, che la verifica andrebbe compiuta a partire non dal dato della raccolta ma da quello dell’effettivo riciclo».

Ciò significherebbe investire sulla qualità delle raccolte differenziate.
«Lo so, ma è l’unico modo per togliere ogni alibi. Il rischio attuale è quello di spendere i soldi per organizzare le raccolte differenziate e recuperare realmente basse quantità di materiali. Poi ci sono anche altre partite da chiarire: come quella degli assimilabili. Il nuovo codice ambientale firmato da Matteoli cambiava il quadro e andava incontro alle imprese, secondo noi anche troppo e infatti sia l’Anci, sia le associazioni ambientaliste hanno chiesto modifiche. Ma si pone una riflessione complessiva sul tema».

L’incendio della discarica di Scapigliato ci ha fatto capire quanto sia fragile il sistema su cui si regge anche la Toscana…
«Eh sì, è vero. Non solo Scapigliato, ma anche l’Ato di Pisa dà risposte importanti ad altre aree che non hanno impianti».

E proprio questa considerazione non spinge ad un maggior coordinamento fra aree limitrofe? Per fare un esempio, Pisa e Livorno sono separate da venti chilometri eppure neanche si parlano sul tema dei rifiuti…
«C’è anche un quadro normativo che impone la base provinciale e l’autosufficienza. L’idea di superare gli Ato così come sono attualmente l’abbiamo avanzata noi come Anci. Non è sbagliata: sono convinto che ragionare in termini di territori più ampi renderebbe meno difficoltoso trovare economie di scala. Prendiamo la questione degli inceneritori: tre in Toscana potrebbero risolvere il problema, al di là di chi è contrario a prescindere».

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