[21/07/2006] Aria

Francardi: sulla centrale a carbone non siamo attori in gioco

PIOMBINO (Livorno). La giunta comunale piombinese si è riunita questa mattina per discutere il piano industriale triennale presentato nei giorni scorsi dalla Lucchini. Un piano industriale che tra le altre cose contiene l’ipotesi di spostamento della cokeria e dei carbonili, opera finora considerata quasi una farneticazione per il suo alto costo, ma di indubbio valore per il quartiere del Cotone, che finalmente potrebbe tornare a respirare. Da più parti però tale ipotesi è stata presa come una mossa di avvicinamento verso la costruzione ex novo di una centrale a carbone all’interno delle aree Lucchini.

All’assessore all’ambiente Luciano Francardi chiediamo se anche lui teme la prospettiva di una nuova centrale a carbone.
«Guardi, questa amministrazione ha sempre ribadito che la centrale di Tor del Sale non sarà mai riconvertita a carbone».

Infatti, ma qualcuno teme una costruzione da zero di una nuova centrale a carbone.
«Ho letto anch’io questa cosa sul Tirreno di alcuni giorni fa, ma in questo senso io non ho alcuna risultanza, è la prima volta che ne sento parlare… Noi crediamo che le pressioni ambientali su Piombino siano già abbastanza e comunque su questa partita noi come comune non siamo attori in gioco».

Intanto è stato presentato il documento finale sulla Vas, quali sono le sue riflessioni?
«Si tratta di un documento molto articolato su tutti gli impegni che aveva preso lo stabilimento, che ha fotografato la situazione al momento della firma del protocollo e poi l’ha monitorata continuamente per tutti questi 14 mesi. C’è soddisfazione di massima per quello che la Lucchini ha fatto in più, ma sono state riscontrate anche molte insufficienze. Comunque la questione non è chiusa e alcuni soggetti come l’Arpat continueranno la valutazione di tutte le emissioni dei vari tipi di inquinanti».

Quali sono gli aspetti più positivi e quelli meno positivi che sono emersi?
«Questo percorso per la prima volta ha superato l’elemento conflittuale tra città e azienda. Il comitato tecnico nazionale ha infatti lavorato in stretta collaborazione con i tecnici della Lucchini. Questo è il valore secondo me più positivo perché ha aumentato la coscienza ambientale del nuovo management, che ne terrà conto in tutti i suoi atti futuri. Per quanto riguarda i ritardi, dopo aver ricordato a parziale giustificazione che l’attuale dirigenza ha ereditato una situazione ambientale devastante, non possiamo non sottolineare diversi ritardi. Quello più importante e impattante è quello sull’acciaieria, che fa la fumate rosse e che rappresenta ancora un biglietto da visita orrendo per la città. Doveva essere risolto in tempi brevi, ma il progetto presentato l’11 aprile è stato modificato e questo ha rallentato i lavori».

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