[21/07/2006] Energia

Le centrali a biomasse austriache d´esempio per la Toscana

SAN ROSSORE (Pisa). In Germania, Austria, Danimarca e Finlandia gli impianti a biomasse, anche di grandi dimensioni, sono ormai da anni una realtà. A spiegarlo nel corso del meeting di San Rossore, è stata Silvia Maltagliati (nella foto), ingegnere dell’università di Firenze e del Crear (Centro ricerca energie alternative e rinnovabili), che ha illustrato le capacità di una fonte rinnovabile che in Italia non gode tuttora di grande applicazioni e che secondo alcuni dovrebbe essere tenuto a freno perché, in quanto caratterizzato da un processo di combustione, produce comunque pm10 e nanopolveri. Ma il bilancio secondo Maltagliati è sicuramente in attivo.

«Le biomasse hanno una grande compatibilità con molti sistemi di produzione e con molti combustibili – spiega Maltagliati - L’energia prodotta è impiegabile nel campo dei trasporti (biocombustibili liquidi come il biodiesel, il bioetanolo e l’olio vegetale puro), del riscaldamento domestico (il cippato, il pellet e la legna e altri combustibili sia liquidi che gassosi) e per la generazione di potenza».

In Toscana uno dei centri di eccellenza per lo studio degli impieghi delle biomasse è senza dubbio il Crear. «Ci stiamo concentrando in particolare sull’analisi dell’ottimizzazione della filiera corta, sullo sviluppo di biocarburanti e sulla generazione di potenza da impianti di piccola scala – ha aggiunto Silvia Maltagliati - Tra i progetti in atto in questo momento ce ne sono uno per la formulazione di ipotesi di bacini di approvvigionamento di biomasse attraverso l’utilizzo di strumenti satellitari, uno per l’utilizzo di olio vegetale puro ed uno per la realizzazione di un impianto da 100 kW di potenza elettrica».

Le prospettive? «Anzitutto – ha concluso - realizzare gli obiettivi stabiliti dalla Ue entro il 2010. Va detto che le biomasse non sono una risorsa in grado di risolvere il problema energetico mondiale ma per la varietà di tecnologie e di combustibili impiegabili hanno una vasta applicabilità. Inoltre va sottolineata la valenza sociale, possono creare posti di lavoro, e la valorizzazione del settore agricolo che in Europa sta attraversando un periodo di transizione tra la produzione per scopi alimentari e la produzione per scopi energetici. Un punto importante è comunque la formazione: va incentivata e favorita la conoscenza delle capacità di sfruttamento a livello imprenditoriale».

Sulle biomasse ha investito moltissimo proprio l’Austria: «Già da anni il nostro Paese ha messo a punto un piano energetico – ha detto nel corso del meeting di San Rossore Christiane Egger, dell’Agenzia per l’energia dell’Alta Austria – che facendo leva sulle biomasse, riesce a garantirci una produzione di energia del 30% superiore ai nostri bisogni. Abbiamo raggiunto questo obiettivo sfruttando legno, trucioli, pallets, residui di lavorazione. E creando attorno a queste biomasse sia una rete di diffusione che ci permetta di ottimizzare questa risorsa, sia un sistema di produzione che aiuti il mercato. Da un lato abbiamo aiutato la nostra economia specializzandoci nella produzione di caldaie, dall’altro abbiamo scelto di impiegare in questo senso anche i sussidi agricoli, finalizzandoli alla produzione del materiale che sarà la base della produzione energetica».

Regole severe, controlli, finanziamenti mirati ed una paziente opera di coinvolgimento della popolazione sono stati, secondo la Egger, elementi indispensabili per far sviluppare questo sistema, che oggi vede nascere in Austria oltre il 70% delle risorse energetiche dal circuito delle biomasse.

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