[11/07/2006] Rifiuti

1600 i comuni ricicloni, domani le premiazioni

MILANO. Mentre la gestione dei rifiuti è spesso confinata nell’emergenza, tante realtà si danno da fare, lavorano, si riuniscono, mettono in comune le risorse, scambiano idee ed esperienze per gestire al meglio e convenientemente i propri rifiuti. Per evidenziare questi esempi di buone pratiche Legambiente organizza da dodici anni “Comuni ricicloni”, e domani a Roma verranno premiate le amministrazioni che si sono distinte nella raccolta differenziata.

Top secret fino all´ultimo come abitudine i nomi dei vincitori, Legambiente fornisce a greenreport i macro dati dell´evento.
Nel 2005 hanno partecipato 2000 comuni, di cui 757 hanno superato il traguardo e 606 hanno oltrepassato il 50% di raccolta differenziata. Ben 254 sono entrati nella “classe di eccellenza” grazie a un indice di gestione superiore ai 60 punti percentuali.

Per entrare nella graduatoria contano ancora le soglie definite dalle percentuali di raccolta differenziata raggiunta: per i piccoli comuni del nord la soglia è il 50% e, per quelli con oltre 10.000 abitanti la soglia è del 35% così come per i capoluoghi di provincia. Quote più basse al centro e al sud, per tener conto della difficile situazione della gestione dei rifiuti, ma anche oper incoraggiare le situazioni migliori ed i “pionieri”
raccolta differenziata .

«Comuni ricicloni - spiega il vicedirettore di legambiente Andrea Poggio - vuole dare merito a chi crede nella raccolta differenziata, a coloro che la fanno con la convinzione di chi ha compreso che alla logica del “tutto in discarica” o alle tendenze più recenti del “tutto ad incenerimento”, o meglio, “a termovalorizzazione”, è più utile e civile contrapporre un sistema di gestione in grado di recuperare materia da ciò che non è, o non è solo, un combustibile. Lo fanno con trasparenza e con l´aiuto di una collettività che ne condivide gli intenti e contribuisce con impegno e consapevolezza».

L´identikit dei buoni amministratori dei comuni riciconi prosegue: «Contrappongono le loro idee e le loro azioni alla logica del semplicismo di chi, collocando un inceneritore in ogni provincia, dichiara di aver individuato la soluzione per risolvere le difficoltà future di gestione dei nostri scarti, senza preoccuparsi di cominciare subito a percorrere strade diverse nell´organizzazione della raccolta differenziata e nella costruzione di filiere industriali di recupero. Con il risultato di non fare nè inceneritori nè recupero come in gran parte delle regioni in annosa emergenza, dove si continua a non vedere, o si finge di non vedere, che i materiali recuperati attraverso la raccolta differenziata hanno reso possibile l´avvio di un sistema industriale capace di creare lavoro e mercato».

A questa “gara” , che prevede anche edizioni regionali, una delle quali riguarda proprio la Toscana, partecipa ogni anno un numero di comuni in costante aumento e la classifica si basa sull´indice di gestione dei rifiuti urbani: oltre alla percentuale di raccolta differenziata, pesano nel giudizio finale che si esprimerà attraverso un punteggio altri indicatori di sostenibilità.

«Non basterà più quindi avere raggiunto percentuali di raccolta differenziata altissime per entrare nelle vette delle classifiche dei Comuni ricicloni – spiega Poggio - ma sarà necessario avere altri requisiti: dall´aver inserito la pratica del compostaggio domestico tra i comportamenti dei cittadini all´aver introdotto la raccolta della frazione organica, dal possedere una piattaforma ecologica ad aver effettuato acquisti in materiale riciclato».

Torna all'archivio