[05/07/2006] Urbanistica

La città metropolitana comincia dalla mobilità

FIRENZE. Mobilità urbana e strutture punti nodali per la costruzione della città metropolitana. Questo il tema al centro della discussione che si è svolta all’Educatorio del Fuligno, per la conferenza organizzata da Firenze 2010, l’associazione per il Piano strategico dell’area metropolitana fiorentina. «Il nostro territorio è saturo, pieno di funzioni e attrattore di flussi di mobilità – introduce Riccardo Nencini, assessore al Piano strategico del Comune di Firenze – bisogna chiedersi qual è l’ambito urbano per svolgere in maniera appropriata certe funzioni sapendo poi che esiste un collegamento con altri territori della Provincia, dal Mugello al Valdarno».

Nencini ha sottolineato la validità della direzione di alcune scelte fatte che riguardano la mobilità: «La cura del ferro deve essere sostenuta dall’intera comunità, dal sottoattraversamento ferroviario alle linee su ferro in superficie. Questo è un punto fermo che vede forti impegni economici ma senza il raggiungimento di questo obiettivo si rischia l’arretramento. E’ necessario capire come cambia e cresce la città reale, che non significa nuove edificazioni ma migliorare la qualità delle funzioni garantendo accoglienza, offrendo opportunità ad una nuova residenza fatta di internazionalizzazioni. Prs e legge urbanistica regionale garantiscono la gerarchia delle funzioni di pianificazione, il piano strategico rappresenta l’analisi condivisa dei processi sul territorio. Per questo il Comune di Firenze ha fatto una convenzione con Irpet per il monitoraggio costante dei processi economici e sociali della nostra area che sono in continuo cambiamento».

La conferma delle scelte effettuate inerenti la mobilità su ferro nell’area metropolitana viene sottolineata anche da Gianni Biagi, assessore all’urbanistica del Comune di Firenze, secondo il quale «è necessario avere la consapevolezza delle trasformazione, del cambiamento strutturale, territoriale, economico e sociale che è in atto con l’auspicio che la città di domani dia maggiori opportunità rispetto a quelle attuale e sia una città multiculturale». «Le città appetibili di livello europeo – ha detto Biagi – lasciano spazio alla creatività e all’innovazione. Noi costruiamo oggi le condizioni per un futuro ancora non completamente definito ma le scelte effettuate vanno portate avanti fino alla realizzazione dei progetti facendo attenzione a tutte le istanze. Abbiamo anche necessità della riconferma di un piano normativo regionale di governo del territorio anche in relazione al dibattito che si è aperto sulla legge urbanistica nazionale e nello stesso tempo chiediamo alla regione di “osare di più” e che attraverso il Prs vi sia maggiore collaborazione con le iniziative dei comuni». «Il nuovo Piano strutturale – ha concluso Biagi – sarà un piano pubblico, ordinato che terrà conto dei cambiamenti socio-economici in atto, della ricollocazione delle funzioni in area metropolitana e capace di attrarre progetti privati che aiutano il processo di cambiamento».

Sugli aspetti della mobilità di area vasta si è soffermato il vicesindaco di Firenze Giuseppe Matulli: «In pochi anni è cambiata l’esigenza della mobilità e se prima la risposta per garantire una maggiore libertà era rappresentata dall’auto privata, oggi invece la stessa libertà è offerta dal mezzo collettivo su ferro ed è quindi necessaria una nuova cultura. La vera novità è la dimensione della mobilità in una città allargata in cui diventa difficile stabilire dei confini e in cui le funzioni devono essere trattate contemporaneamente ed integrate. Trasporto pubblico su ferro e su gomma, governo dei flussi di traffico privato, mobilità ciclo pedonale, piano della sosta, trasporto delle merci, logistica della sosta devono essere gestite in un’area metropolitana, per questo è stata proposta l’Agenzia metropolitana della mobilità che potrebbe diventare uno degli uffici amministrativi all’interno dell’Unione dei Comuni di cui stiamo discutendo».

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