[04/07/2006] Urbanistica

Le osservazioni dei Verdi della Val di Cornia sul piano strutturale

PIOMBINO. Tutela delle risorse essenziali (acqua, suolo e paesaggio) e riutilizzo di centinaia di ettari di territorio aperto, in concessione alla grande all´industria.
Sono questi i due punti principali su cui i Verdi intendono proseguire il confronto sul piano strutturale della Val di Cornia che «pur mosso dall’importante e condiviso principio della salvaguardia del territorio in un’ottica di sviluppo sostenibile, rivela anche contraddizioni che devono essere risolte».

Esprimendo quindi perplessità sul dimensionamento del Piano (numero unità abitative e numero posti letto), i Verdi ribadiscono comunque la necessità «di agire coerentemente con le indicazioni del Piano stesso in merito alla delicata questione del consumo di nuovo suolo. A tal fine è necessario disporre almeno di una stima del rapporto consumo suolo/abitanti a trasformazione del territorio avvenuta».

Per quanto riguarda l´edilizia abitativa, il coordinamento dei Verdi della Val di Cornia si augura che «il riutilizzo di volumetrie e di spazi già esistenti nel tessuto urbano (identificate nelle aree critiche) debba essere prioritario, ma deve essere garantito anche il mantenimento o la creazione di spazi verdi essenziali per migliorare la vivibilità della città. Non di meno sarà importante uno sforzo per accelerare l´adozione del nuovo Regolamento edilizio improntato sulla bioedilizia al fine di indirizzare, da subito, le nuove edificazioni».

Consapevoli che sarà «la Variante nautica a definire la localizzazione di un eventuale distretto nautico», i Verdi ritengono che il Piano dovrebbe individuare la sede di infrastrutture del genere all’interno delle aree industriali non utilizzate.

Poi c’è il problema dell’approvvigionamento idrico, che per i Verdi resta prioritario, visto che in Val di Cornia siamo in presenza di un deficit idrico pari a circa 3.5 milioni di metri cubi/anno e che Il Rapporto sullo Stato Ambiente Circondario Val di Cornia 2004 denuncia chiaramente che la disponibilità di acqua si sta riducendo progressivamente.

I Verdi infine, come punto centrale della loro politica, ritengono decisiva «la questione relativa a quello che Vezio De Lucia definisce lo “sterminato spazio” costituito dalle aree industriali non utilizzate: circa 240 ettari. La sfida che deve raccogliere il Piano è quella di dare un’indicazione netta sulla destinazione di queste aree per lo sviluppo delle attività portuali (commerciali, turistiche), di nuove attività produttive e di distretti della ricerca scientifica».

(nella foto una panotramica dell´area industriale della Magona)

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