[03/01/2006] Rifiuti

«Porta a porta, decideremo lunedì»

PISA. «Abbandoniamo il porta a porta? Non è detto. Anzi, può pure essere che lo estenderà a tutta la città». Paolo Ghezzi (nella foto), assessore all’ambiente del Comune di Pisa, conferma che lunedì sarà un giorno importante per la città della Torre pendente, perché la giunta guidata dal sindaco Paolo Fontanelli si riunirà per decidere il futuro della raccolta dei rifiuti nel territorio comunale dopo la sperimentazione del «porta a porta» nella zona di Tramontana, ovvero a nord dell’Arno. «Sì, lunedì ci esprimeremo – dice l’assessore – ma non chiedetemi quale sarà la proposta che sosterrò, non sarebbe corretto dirlo adesso. Penso che sarà una discussione bella e approfondita».
Le alternative davanti alle quali Pisa si trova sono tre. Le elenca lo stesso Ghezzi: «Vi sono diversi studi, che esaminano gli aspetti tecnici ed economici del sistema di raccolta. Comunque ciò che possiamo fare è decidere di chiudere la sperimentazione del “porta a porta” effettuata a Tramontana, di estenderla ai quartieri di Mezzogiorno (a sud dell’Arno, ndr) oppure adottare un sistema misto: porta a porta per le utenze commerciali, porta a porta per i residenti. Dovremo scegliere la soluzione che ci consente di raggiungere più facilmente i nostri obiettivi: creare omogeneità fra le due parti della città, non incrementare i costi, non arretrare nella raccolta differenziata, dal momento che grazie al “porta a porta” siamo arrivati a superare il 37% partendo dal 21-22%».
Fra i criteri di decisione ci saranno anche quelli del costo di questo sistema: «Non credo che siano i più rilevanti, anche perché se dovessimo estendere il porta a porta a tutta la città sarebbe possibile creare economie di scala nella gestione del servizio. Credo che fra le questioni più importanti ci siano quelle che riguardano il decoro urbano, i controlli, il problema dei parcheggi nel centro storico, l’ingombro determinato dai cassonetti, la pulizia delle strade. Perché è bene ricordare che a Pisa ci siamo un po’ dimenticati che cosa significa non avere più i cassonetti e le batterie con i contenitori per le varie tipologie di rifiuto. Significa prendere spazio in un centro storico affamato di posti auto per i residenti, ad esempio».
«Il problema della nostra città per il governo dei rifiuti – conclude Ghezzi – è che la presenza dell’Università e dei molti turisti ci porta a dover fronteggiare la produzione di rifiuti per circa 140 mila persone a fronte di 89 mila residenti. E’ difficile intercettare e differenziare interi flussi di questi rifiuti, come quelli prodotti dai turisti. Anche di questo dovremo tener conto, quando decideremo».
L’assessore regionale all’ambiente Marino Artusa torna, dal canto suo, a sostenere la validità di questo sistema di raccolta: «Per noi il porta a porta è uno dei metodi, e forse è il migliore per fare una raccolta differenziata di qualità. Avere qualità significa produrre compost ottimo, avere più rifiuti da avviare al recupero e avere meno rifiuti da incenerire. Il porta a porta è sicuramente un grande strumento, ma è ovvio che all’inizio ha costi più alti e che poi debba essere implementato con gradualità. Tra l’altro gli studi ci dicono che laddove è iniziato il porta a porta sono diminuiti i rifiuti, e siccome il nostro ambiziosissimo obiettivo è quello di arrivare a ridurre il rifiuti del 15% nel 2010, non possiamo che apprezzare queste iniziative». «Se a Pisa c’è stata qualche difficoltà – conclude Artusa – ci sono invece altre realtà dove sta andando benissimo, per esempio a Capannori, quindi invito gli amici pisani a contattarci e a collaborare con noi per risolvere i problemi».

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