[29/06/2006] Comunicati

Lo stato di salute dell´ambiente, tutti i numeri di Firenze

FIRENZE. Cosa emerge dal rapporto dello Stato dell’Ambiente dell’area fiorentina presentato ieri? Intanto l’area risulta densamente popolata (3600 ab/Kmq con il 48% di superficie artificializzata per Firenze) con 600mila abitanti nel complesso. Vi sono però una buona disponibilità di aree dismesse e 14mila ettari di aree boscate e semi naturali da tutelare in cui sarà possibile misurare i modelli di sviluppo che saranno intrapresi.

Popolazione anziana con alti tassi di immigrazione e buoni servizi che però dovranno adattarsi alle nuove domande. Il sistema economico è sostanzialmente manifatturiero e commerciale con bassi tassi di disoccupazione. Le imprese non hanno però scelto l’ambiente come fattore di competizione e sviluppo (solo 58 le certificate Emas o Iso), che invece offrirebbe notevoli possibilità dato anche che ci sono molte imprese cooperative e mercato in crescita per prodotti sostenibili.

Diminuisce la superficie destinata all’agricoltura, ma abbiamo una buona presenza del biologico. La dimensione strettamente ambientale nonostante i progressi deve migliorare a partire proprio dalla qualità urbana. L’azoto e le polveri (NO2 e PM10) si mantengono o vicini al limite o sono al di sopra in tutti i comuni dell’area fiorentina, e ci sono ancora problemi per un inquinante secondario come l’ozono.

Sottovalutato, anche secondo quanto riportato dal Andrea Poggi dell’Arpat, il problema dell´inquinamento acustico, anche perché non sono percepite le conseguenze sanitarie. Circa la metà della popolazione dell’area fiorentina è esposta a livelli di rumore che sono sopra i limiti in particolare per il rumore da traffico automobilistico sia diurno che notturno.

Ricerche più recenti come quella Hearts a cui ha partecipato anche Arpat, hanno evidenziato gli effetti del rumore sulla salute umana in base a curve dose-risposta stabilite dall’Oms su un campione di 200.000 residenti. I risultati parlano di circa un 88% del campione che registra dei disturbi derivati da rumore, che in percentuali diverse, vanno dal semplice infastidimento fino al grave disturbo del sonno.

Attraverso un modello lo studio rileva che anche dopo la “cura del ferro” che è in atto per risolvere problemi della mobilità, spostandoci cioè al 2010, si avrebbe una diminuzione del rumore del 10% che non risolverebbe completamente il problema.

Il traffico veicolare è il grande imputato del livello di qualità ambientale nell’area fiorentina dati i numerosi spostamenti giornalieri dei residenti all’interno del proprio comune o verso comuni dell’area omogenea (a Firenze ogni giorno arrivano 100.000 pendolari) con una ripartizione modale ancora drammaticamente sbilanciata verso l’uso dell’automobile o della moto (50%).
Quindi il settore necessita di politiche ancora più incisive su scala metropolitana per promuovere la mobilità sostenibile.

Per quanto attiene le acque superficiali nonostante qualche lieve miglioramento lo stato ecologico dei fiumi (Arno, Mugnone, Greve, Bisenzio, Ombreone e Pesa) è scadente o addirittura pessimo. Le cause sono molte ma concorre ancora il livello di copertura della depurazione dell’area che oscilla tra il 70% e il 98%, con Firenze ferma al 64% dato che non è ancora attivato il terzo lotto del depuratore di San Colombano. Qualità scadente anche per gli acquiferi (acque sotterranee) della Piana.

Per quanto riguarda il suolo il rapporto evidenzia una criticità per la pericolosità idraulica con il 30% del territorio dell’area interessato e un 12% che rientra in aree a pericolosità elevata o molto elevata. Per questi aspetti le soluzioni sono state individuate grazie alla pianificazione dell’Autorità di Bacino dell’Arno: si tratta di trovare le risorse ingenti per effettuare le opere alcune delle quali sono state avviate.

Il settore dei rifiuti necessita senza dubbio di politiche pubbliche coordinate a scala metropolitana. L’obiettivo provinciale di riduzione dei Rsu fissato dal Piano nel 2002, che prevedeva una riduzione del 6% al 2005 rispetto ai livelli di produzione del 1999, non è stato raggiunto. Nel periodo 1998-2004 si è avuto un incremento di produzione del 22% passando da 344.006 a 419.790 tonnellate con un’impennata nel 2004 dovuta anche ad un assorbimento nel ciclo dei rifiuti urbani di parte degli assimilabili di origine produttiva.

Bene la raccolta differenziata (da aumentare per la frazione organica) con un incremento maggiore della produzione di RSU nello stesso periodo (+ 39% nel 2000-2004) con dato del 2004 che per l’area Fiorentina si attesta al 37,59% secondo il metodo standard della Regione Toscana.

Ancora elevata la percentuale di rifiuti indifferenziati che finisce in discarica (55% per il 2004) e molti rifiuti (più di un terzo) sono conferiti fuori ATO. Per Firenze per quanto riguarda l’energia si registra un aumento dei consumi dell’8% negli ultimi 10 anni, dove gas e combustibili per trasporti rappresentano quasi l’80% dei consumi suddivisi per fonte. Nessun risparmio energetico e scarsa efficienza (le caldaie per riscaldamento domestico hanno mediamente oltre 12 anni) le criticità evidenziate da Giuseppe Grazzini che suggerisce di “ripensare la città” per i prossimi decenni.

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