[27/06/2006] Parchi

«Per salvare le specie protette serve l´Europa dei parchi»

ROMA. Per Federparchi «le scene di caccia in Bassa Baviera, conclusesi con lo sconcertante e anacronistico abbattimento dell’orso bruno che vi si era temporaneamente installato, non possono e non devono provocare solo un giusto moto di reazione sdegnata contro un atto immotivato e ipocrita». Secondo la Federazione italiana dei parchi e delle riserve, questo episodio deve «muovere anche ad una riflessione sulla capacità dei paesi europei, e dell’Unione in particolare, di agire concretamente e in modo uniforme nel campo della salvaguardia del proprio patrimonio faunistico e delle specie a più alto rischio in particolare». «E’ clamoroso – dice Federparchi – il paradosso di un animale sloveno, reintrodotto nelle Alpi italiane in base ad un progetto che ha impegnato risorse scientifiche, organizzative ed economiche, molte delle quali erogate dall’Unione Europea sulla base di un giudizio sull’eccellenza e la produttività dell’operazione, che viene braccato ed eliminato, senza alcuna plausibile motivazione, appena varca un confine che non può conoscere e che per mille altre ragioni si è giustamente giunti ad ignorare».

E’ evidente che le direttive comunitarie, se si limitano ad individuare habitat e zone di protezione, non garantiscono le necessarie azioni per la tutela della biodiversità. Federparchi chiede «che si ponga mano ad un complesso di provvedimenti che esaltino il ruolo della rete delle aree protette europee, ne uniformino finalità e progetti» e sottoporrà al ministero dell’ambiente «proposte per un attivo ruolo italiano nella promozione di una innovativa politica comunitaria, che punti a far nascere, insieme all’Europa degli stati, a quella delle regioni e dei comuni, l’Europa dei parchi».

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