[27/06/2006] Acqua

La riqualificazione dei fiumi in Italia, obiettivi e strumenti

MASSA. «La riqualificazione fluviale. Nuovi approcci per la gestione dei fiumi e del territorio» è il tema del seminario che si è svolto nei giorni scorsi a Massa nel quale è stato presentato il volume «La riqualificazione fluviale in Italia: linee guida, strumenti ed esperienze per gestire i corsi d’acqua e il territorio».

«Questo libro auspichiamo che sia uno strumento utile per una svolta storica nella gestione dei nostri fiumi – afferma Giuseppe Sansoni del Cirf (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale) – i corsi d’acqua stanno male perché sono stati artificializzati, è stato tolto loro lo spazio di pertinenza, le acque sono state sfruttate oltre la ricarica naturale ed il minimo deflusso, gli alvei sono stati incisi con conseguente abbassamento delle falde, gli scarichi che finiscono nei fiumi non sono ancora adeguatamente depurati, le difese dai fiumi hanno creato danni nelle zone a valle sconvolgendo inoltre gli ecosistemi. Tutto questo, e la lista potrebbe continuare, senza ottenere evidenti benefici per altri settori».

Sansoni cita a questo proposito l’aspetto economico: «Negli ultimi cinquant’anni sono aumentate le spese per i danni alluvionali e qualcosa è stato indirizzato anche per la prevenzione ma aumentano costantemente anche i danni stessi, a testimonianza di un approccio monoobiettivo, sbagliato. I costi crescenti dell’artificializzazione e impermeabilizzazione del territorio saranno pagati anche dai nostri figli, dalle generazioni future. Lo scopo complessivo della riqualificazione fluviale è ottenere un corso d’acqua che stia meglio, iniziando ad evitare di peggiorarne lo stato attuale, per migliorarlo poi il più possibile considerandone tutti gli aspetti con un approccio multiobiettivo. La riqualificazione fluviale è un obiettivo ma è anche un mezzo per ottenere altri scopi come ad esempio la maggior fruibilità delle acque di un fiume o una maggior sicurezza per i nostri territori».

«La riqualificazione fluviale – ha concluso Sansoni – non è una tecnica come l’ingegneria naturalistica, ma una strategia da attuare attraverso la pianificazione e la programmazione integrata con una visione transdisciplinare cercando di superare i conflitti tra gli obiettivi. In alcuni casi sarebbe opportuno andare a demolire alcune opere che sono state erroneamente costruite lungo i corsi d’acqua. Lo si fa già in molti Paesi europei: inoltre sarebbe opportuno qualche volta non intervenire affidando i lavori di ripristino al fiume stesso che col tempo restituisce condizioni di elevata naturalità a tutto l’ecosistema. Il vero obiettivo della riqualificazione fluviale – ha concluso Sansoni – è raccogliere saperi coinvolgendo tutti gli attori, negoziando, con l’accezione più elevata e positiva del termine, le soluzioni a scala di bacino».

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