[22/06/2006] Comunicati

Ogni punto di vista è una vista da un punto: votiamo NO al referendum

LIVORNO. «Sarebbe saggio limitarsi a dare notizie sull´ambiente e non a fare propaganda politica. Ne abbiamo già abbastanza, grazie». Questa mail ci è giunta stanotte da Davide Gheser, titolare dello studio Gheser di Villafranca (Verona), che dobbiamo senza dubbio ringraziare perché ci permette di tornare a fare chiarezza su due punti focali: il rapporto tra politica e ambiente (quindi nel merito della questione referendum), e la linea editoriale di greenreport, (quindi sul metodo).

Partiamo da questo secondo punto: greenreport è prima di tutto un quotidiano, è un giornale telematico, è uno strumento di approfondimento delle tematiche ambientali. E quali sono i suoi obiettivi, nessuno l’ha mai nascosto: nella sezione faq del nostro quotidiano si legge che uno dei primi obiettivi è quello di contribuire a fare uscire i media che gli stanno attorno dal paradosso nel quale l’ambiente è stato relegato: l’ambiente preme a tutti ma si scrive di ambiente quasi sempre quando c’è (o viene avvertito) un allarme e quasi mai in termini di buone pratiche e buone azioni. In questo modo il rischio è di dilatare a dismisura la percezione pubblica di alcuni rischi e di occultarne, sempre a dismisura, altri, magari maggiori. Un altro obiettivo sicuramente più ambizioso, e per questo sicuramente classificabile come obiettivo a medio termine, è invece quello di contribuire a “informare l’informazione” sull’ambiente. Perché greenreport è un quotidiano, di approfondimento, e non sarebbe saggio limitarsi al copia-incolla di notizie scovate in giro per la Rete.

greenreport dunque può avere anche questa funzione: fluidificare l’informazione ambientale e disotturare i canali di comunicazione fra soggetti che operano, o che sono interessati, al settore. Non è l’ufficio stampa di nessun comitato, azienda, o istituzione. Non è, né vuole essere il “megafono” di nessuno. E perciò deve dare voce a tutti. Senza gerarchie privilegiate e neanche senza nascondere che “ogni punto di vista è una……vista da un punto”. Per la destra, per esempio, il punto di vista è che la crescita economica è un dogma intoccabile e le politiche ambientali sono intese e praticate solo come rimedio ai suoi guasti. A sinistra almeno ci interroga sulla qualità della crescita, sui suoi limiti, sul rapporto tra crescita e sviluppo e, infine, sull’ambiente come moderno motore dello sviluppo.

Noi di greenreport guardiamo la realtà attraverso il prisma dell’ambiente e per questo il nostro stile non potrà che essere quello di interlocutore critico di chiunque.

Quest’ultimo paragrafo ci introduce alla questione sollevata dal nostro lettore veneto. «Sarebbe saggio limitarsi a dare notizie sull´ambiente e non a fare propaganda politica. Ne abbiamo già abbastanza, grazie».

Allora è bene ricordare che per l’ambiente, secondo greenreport (e fortunatamente anche per qualcun altro), è ormai giunto il momento di uscire dalla stanzetta chiusa in cui è stato relegato fino a oggi, e di permeare trasversalmente tutte le tematiche di governo di un Paese, dall’economia alla sanità, dalla politica al sociale, passando attraverso il mondo del lavoro della produzione e dei consumi. L’ambiente dunque non è un settore a parte ed è ovvio che una riforma costituzionale come quella su cui siamo chiamati ad esprimerci domenica e lunedì prossimi, abbia implicazioni forti sulla possibilità di incanalare lo sviluppo sui binari della sostenibilità ambientale. La nostra convinzione è che questa riforma contribuisca a frenare, se non ad impedire, il raggiungimento di questo obiettivo. Tuttavia, ciò non significa che se una qualsiasi associazione ambientalista, un’azienda del settore, un gruppo di lavoro, se insomma ci fosse una qualsiasi presa di posizione a favore del sì legata a motivazioni ambientali, noi avremmo esitazione a pubblicarla, e magari a commentarla, approfondendo vizi e virtù della stessa. Ieri ci abbiamo provato a cercare una voce fuori dal coro, ma abbiamo trovato solo, inevitabilmente, prese di posizione univoche: l’invito a votare NO è arrivato da interlocutori diversi e spesso in contrasto fra loro sulle mille tematiche dell’ambiente. Per quanto ci riguarda, non abdicheremo al ruolo che ci siamo ritagliati: approfondimento a partire da un punto di vista convinto, preciso e riconoscibile. E per questo ci auguriamo che la mail che ci ha inviato Davide Gheser ieri notte (oggetto: “Referendum SI”) venga seguita da un altro contributo, circostanziato e argomentato, sulle motivazioni per cui, dal punto di vista ambientale, non dovremmo votare no.

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