[20/06/2006] Parchi

Legambiente: via i cinghiali dall’Elba

MARCIANA (Livorno). Legambiente scrive al nuovo commissario del Parco nazionale dell’arcipelago toscano, ai presidenti di provincia e comunità montana ed ai sindaci per chiedere l’eradicazione dei cinghiali dall’Elba. «Come accade da circa dieci anni – scrive Legambiente – con l’arrivo della stagione estiva esplode l’emergenza cinghiali all’isola d’Elba. Da più parti si chiede lo stato di calamità naturale, si segnala il pericolo del dissesto idrogeologico, si evidenzia il disastro ecologico: le stesse richieste anno dopo anno. Poi arriva l’inverno, i cinghiali riducono le loro incursioni e, di conseguenza, escono dalle prime pagine dei giornali. Ma questa volta c’è una novità. Il sindaco del Comune di Marciana, Luigi Logi, ha chiesto l’eradicazione del cinghiale dall’isola d’Elba. Finalmente la proposta di Legambiente e di molti agricoltori e cittadini esasperati, dopo anni di indifferenza, viene presa in considerazione anche dagli amministratori. Si sta dunque diffondendo la convinzione che è necessaria un´azione radicale, anche a costo di togliere un divertimento ai circa 300 cacciatori che praticano la caccia al cinghiale».

Secondo l’associazione, sindaci, parco e Provincia di Livorno, con il supporto del ministero dell’ambiente, dovrebbero realizzare «un piano di abbattimenti coordinato che crei le condizioni per l’eradicazione del cinghiale» visto che «la gestione venatoria del cinghiale non è compatibile con
il mantenimento dell’ungulato a livelli numerici accettabili per il territorio». Infatti, secondo quanto afferma Legambiente, le squadre di caccia al cinghiale, per garantirsi bottini adeguati, tendono ad allevare e mantenere in buona salute i gruppi di ungulati presenti nel territorio.

Gli ambientalisti denunciano che «da una parte Ente Parco e Provincia di Livorno si impegnano investendo risorse economiche ed umane al fine di ridurre il numero dei cinghiali, dall’altra la Provincia di Livorno autorizza i cacciatori a distribuire agli ungulati tonnellate di cibo per 7 mesi l’anno in 22 punti di foraggiamento ubicati su tutto il territorio elbano».

Legambiente Arcipelago propone di «potenziare il trappolamento estendendolo a tutto il territorio dell’isola e definire quote del prelievo venatorio finalizzate al raggiungimento degli obiettivi». «In mancanza del raggiungimento di tali quote – prosegue – si dovrà coinvolgere anche operatori estranei alla realtà locale; stabilire un piano sistematico di abbattimenti all’aspetto con selecontrollori residenti e non residenti in numero adeguato al raggiungimento degli obiettivi; coinvolgimento degli operatori agricoli, con i necessari incentivi, al contenimento dei cinghiali, così come accaduto in altre realtà italiane ed europee a noi vicine».

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