[13/06/2006] Comunicati

Ferruzza e Buiatti sul Prs: «Sul dire ci siamo quasi, sul fare vedremo»

FIRENZE. Discontinuità, integrazione, innovazione. Queste tre parole che stanno alla base del Prs predisposto dalla giunta regionale rendono il lavoro apprezzabile e condivisibile da parte di Legambiente: Il direttore regionale Fausto Ferruzza infatti sottolinea che si tratta di «parole d’ordine più volte da noi richieste. Aggiungo però che permane questa incapacità di valutare l’istanza ambientale come istanza strategica e trasversale a tutte le politiche».

Secondo Ferruzza infatti è sintomatico che il piano sia «strutturato su 4 macrotemi, di cui il terzo è ‘ambiente e territorio’. Ciò significa che ancora una volta siamo in presenza di un ‘capitolo’, mentre noi abbiamo sempre richiesto che le valenze strategiche di fondo dell’ambiente fossero il filo conduttore di tutte le altre politiche». Il direttore toscano di Legambiente non entra troppo nei dettagli «pur apprezzando la volontà di formulare un nuovo distretto, con una cabina di regia regionale», ma aspetta il governo regionale alla prova dei fatti: «Ora – conclude Fausto sferruzza - bisogna avere la capacità di declinare le buone intenzioni a pratiche di governo sul territorio»..

Anche per il presidente nazionale di Ambiente e Lavoro, Marcello Buiatti (nella foto), il Prs mostra più luci che ombre, almeno in questa prima fase ‘intenzionale’. «Nell’impostazione teorica che si vede dal programma ci sono innovazioni di sistema, dinamismo, competitività, integrazione delle politiche. Tutte cose che ci paiono positive. Diventa però più difficile scorgere l’attuazione pratica di queste novità, manca una spiegazione degli strumenti che si vogliono utilizzare per concretizzare queste novità e per riorganizzare il sistema regionale stesso in modo da poter attuare una svolta di questo genere».

Un altro punto dolente riguarda «il solito problema di come si considera l’ambiente, se è un pezzetto staccato dal resto o se finalmente ci si rende conto che l’ambiente è tutto, influisce su di noi come noi influiamo sull’ambiente: la politica innovativa è impossibile se non si considera l’ambiente come parte dell’economia e quindi se oltre a fare i conti monetari non si fanno anche quelli delle risorse disponibili».

Secondo Buiatti è quindi apprezzabile ma sbagliato dire soltanto «cerchiamo di promuovere le energie alternative», perché contemporaneamente è necessario «promuovere una maggiore efficienza in modo da produrre lo stesso oggetto con un minore uso di energia».

Qualche concetto positivo secondo Buiatti nel piano «qua e là c’è, però ora si tratta di vedere nella pratica cosa accadrà, in particolare con i famosi piani integrati, visto l’esperienza non positiva che abbiamo avuto con il patto per il lavoro, che non ha portato a risultati apprezzabili».

«La discussione vera comincia adesso – conclude - quando si comincerà a mettere in pratica i buoni propositi, perché purtroppo una caratteristica toscana è quella di essere bravi a fare i piani e un po’ meno a realizzarli».

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