[12/06/2006] Urbanistica

Tutte le associazioni ambientaliste contro Laika

SAN CASCIANO (Firenze). Legambiente, Wwf, Italia nostra e Foro contadino per una volta stanno dalla stessa parte. Accade a San Casciano per schierarsi contro la Laika, l´azienda di camper che progetta di costruire la nuova sede al Ponterotto: 11 ettari a fianco del parco della Pesa, su cui sorgeranno 326 mila metri cubi di cemento.

«La Valutazione strategica è stata condotta e impostata in modo da confermare una scelta già decisa – dicono gli ambientalisti e gli agricoltori delle quattro sigle - Per essere correttamente impostata, la Valutazione strategica deve analizzare un certo territorio, valutarne potenzialità e problemi e successivamente indicarne le possibili trasformazioni sostenibili. Qui invece era già deciso l’intervento, la cubatura, la localizzazione, ed ai commissari è stato lasciato solo l’onere di individuare le migliorie ambientali e sociali necessarie a rendere “presentabile” l’intervento lì dove Laika aveva già comprato i terreni».

Secondo Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Foro «è mancato il coinvolgimento della pubblica opinione, delle aggregazioni presenti sul territorio, della comunità locale. Questo è tanto più grave se si pensa che i Comuni del Chianti fiorentino stanno seguendo una procedura di Agenda 21 finalizzata alla ecocertificazione, procedura importante ma talvolta snobbata dagli stessi amministratori».

Il caso Laika in effetti comincia ad essere assunto a esempio e paradigma di un modo sbagliato di governare il territorio, e perde così il carattere di vertenza puramente locale. Urbanisti, architetti e ricercatori dell’Università fiorentina hanno fatto sentire in effetti la loro voce critica, perché «la procedura urbanistica scelta per consentire l’intervento garantisce poco rispetto agli obbiettivi di pubblica utilità che dovrebbero giustificare la variante. Si è scelto la strada di un intervento diretto con concessione edilizia, senza neanche convenzionamento per imporre vincoli e contropartite alla Laika».

Le quattro associazioni chiedono quindi di dare la parola ai cittadini con un referendum consultivo: «se continuate a respingere critiche e dubbi, almeno all’atto di approvazione della variante fate come hanno fatto comuni contermini su scelte amministrative ritenute di grande valenza (regolamentazione del traffico, etc.). Noi riteniamo che la maggioranza dei cittadini di questo Comune condividerà i nostri dubbi, ma la campagna referendaria sarà comunque un momento di dialettica e confronto che consentirà a chiunque di esporre e motivare le proprie argomentazioni».

In alternativa, e come obiettivo minimo, si chiede «la ratifica di una convenzione trentennale in cui si stabilisca che i volumi concessionari sono soggetti a demolizione con ripristino dello stato dei luoghi a carico dell’azienda o a penale finanziaria pari al valore immobiliare degli stessi, se l’azienda recede dagli impegni, vende l’area, o licenzia gli addetti, o rilocalizza la produzione, o fraziona il capannone».

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