[09/06/2006] Urbanistica

Matina (Regione Toscana): «Ancora una volta l’ambiente è chiamato in causa a valle dei processi»

FIRENZE. Lungo intervento di Paolo Matina, Responsabile dell’area di coordinamento Tutela dell’acqua e del territorio della Regione Toscana, al seminario organizzato dall’Arpat con la presenza delle associazioni ambientaliste sul Testo unico. «Oltre alla mancata partecipazione di molti soggetti come le Regioni, gli Enti locali, le associazioni ambientaliste alla costruzione di un testo ambientale così importante – ha detto Matina – il difetto maggiore rimane ancora quello della separatezza del profilo ambientale con gli altri settori di governo del territorio a cui compete programmazione e pianificazione ed anche in rapporto ai settori produttivi ed economici. Ancora una volta l’ambiente è chiamato in causa a valle dei processi».

«Molti aspetti normativi presenti nel decreto – ha proseguito – interrompono processi attivati in Regione Toscana, per questo noi abbiamo fatto ricorso ritenendo che numerose disposizioni del decreto siano lesive delle attribuzioni regionali e quindi appaiono incostituzionali. Riteniamo inoltre che ci sia stato un eccesso di delega da parte del governo precedente cioè sia andato ben oltre quelle che erano le indicazioni del Parlamento. Nel prossimo periodo si dovranno chiarire molti aspetti che si prestano a variegata interpretazione e quindi di conseguenza a contenziosi. Non possiamo però attendere il pronunciamento della Corte costituzionale che arriverà magari tra due anni. Noi dobbiamo dare alcune risposte subito. Ad esempio abbiamo salvaguardato l’assetto delle autorità di bacino previste dalla legge183/89: la giunta ha deliberato per una fase transitoria la continuità amministrativa dei bacini regionali e Autorità di bacino interregionali (soppresse dal decreto 152/06 a partire dal 30 aprile) che continueranno ad avere la loro funzione fino alla piena operatività delle Autorità di bacino distrettuale. Per le bonifiche, si attribuiscono funzioni alle Regioni che con la normativa previgente erano in capo ai comuni. A questo proposito ha già preso avvio l’iter di approvazione di una specifica proposta di legge regionale che conferma la situazione precedente all’approvazione del decreto. Tutta la parte rifiuti e bonifiche rimane comunque la parte più critica. Noi possiamo mettere dei rattoppi di tipo amministrativo per superare l’emergenza, ma recuperare la china sarà difficile».

«Il 31 maggio scorso – ha concluso Matina – la Commissione ambiente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha approvato un documento in cui chiede al nuovo governo di intervenire per sospendere l’applicazione del decreto e dei provvedimenti attuativi, ripristinando le norme abrogate dal decreto stesso, onde evitare la paralisi amministrativa. Inoltre è stato chiesto di insediare un tavolo di confronto Governo-Regioni-Autonomie locali per affrontare il tema della riforma della legislazione ambientale in forma condivisa. Il Ministro Pecoraro Scanio ci ha confermato che sta ricercando le procedure tecnico legislative per la sospensione del decreto, ritorno alla normativa previgente e apertura di un tavolo di concertazione per il nuovo testo. Questo tenendo anche conto degli aspetti di tutela ambientale non contenuti oggi nel decreto e dell’elevato contenzioso, 80 procedure d’infrazione, che lo Stato Italiano ha con la Comunità Europea. Tutto questo processo non è affatto semplice, ci vuole una forte azione di indirizzo del governo per “sminare” questa norma, avere chiarezza, semplificazione e certezza dei procedimenti».

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