[07/06/2006] Comunicati

Ambiente, la road-map di Pecoraro

ROMA. «Se siamo credibili con l’Unione europea possiamo ottenere maggiore benevolenza e assumerci il ruolo di chi va avanti. E sospendere la delega ambientale è già segno di credibilità». Eccole le prime parole di Alfonso Pecoraro Scanio (nella foto), al suo debutto da ministro in una conferenza stampa. Ristabilire legalità e credibilità dell’Italia in Europa, ma pensare anche a una forma di corresponsabilizzazione con le Regioni, sono le sue stelle polari: «Bruxelles vuole vedere il cambio di passo dell’Italia. Dobbiamo metterci in condizione di non essere il Paese più multato dell’Unione». E’ così che Pecoraro Scanio traccia la road-map per uscire da una impasse che potrebbe presto costare all’Italia 100 milioni di euro e solo per 8 casi sui quali, il 29 maggio scorso, il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha chiesto al titolare dell’ambiente «un tempestivo e forte intervento» per scongiurare l’eventualità di pesanti sanzioni finanziarie. In tal senso Pecoraro ha annunciato un imminente incontro con il Commissario Ue all’ambiente. Ma la richiesta di politiche ambientali nuove, riferisce Pecoraro, arriva anche da Prodi: «Una svolta del governo ambientalisticamente avanzata», come detto nel documento uscito dal conclave del governo in Umbria.

Primo passo, rientrare nei ranghi europei. L’Italia, secondo i risultati di una primissima ricognizione realizzata in poco meno di due settimane dal ministero dell’ambiente, si guadagna la maglia nera d’Europa per procedure aperte: 274 in totale su diversi fronti, 80 soltanto per materie ambientali. Erano 22, riferisce Pecoraro, all’apertura della quattordicesima legislatura. Il nostro Paese supera quindi la Spagna con 59 infrazioni relative alla materia ambientale, la Francia e la Gran Bretagna con 37 a testa e la Germania con 22. Per quanto riguarda lo stato delle 80 procedure aperte in Italia, 53 sono in fase precontenziosa (lettera di messa in mora e parere motivato), per 19 la Commissione ha avviato la prima procedura di ricorso alla Corte di Giustizia e per 5 di queste c´è stata la condanna; 8, infine, quelle più spinose, con la condanna da parte della Corte e a forte rischio di sanzione pecuniaria.

Infrazioni, richiami e mancato attuazione dei trattati «che non fanno onore al nostro Paese e che sono il risultato di un abbassamento dei temi della legalità ambientale negli scorsi anni con conseguenze non solo sull’ambiente ma sulla salute dei nostri cittadini e sulle casse dello Stato», sostiene il ministro. Pecoraro richiama anche le Regioni. Sono 46, sulle 80 totali, le infrazioni ascritte ai Governi locali in materia di ambiente: «Chiederò alle Regioni una leale collaborazione».

Rifiuti, direttive habitat e uccelli, valutazione di impatto ambientale i settori più calpestati in fatto di regole comunitarie. Nel dettaglio, 18 le procedure relative ai rifiuti di cui 10 su responsabilità statale e 8 regionale; 10 le procedure nel capitolo acqua, 4 su responsabilità regionale e 6 statale; 7 procedure per l´aria (4 statali e 3 regionali); 3 sul clima (quote emissione e piano allocazione) più una sull’energia e una sull’ozono; 22 per le direttive habitat e uccelli (20 per responsabilità delle Regioni e 2 dello Stato), qui anche procedure per le deroghe sulla caccia in Veneto e Sardegna; 14 le infrazioni sulla Via (11 a responsabilità regionale e 3 statale).

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