[05/06/2006] Comunicati

Ma il deficit di qualità nell´informazione ambientale non è questione di buona volontà dei giornalisti

LIVORNO. L´incontro promosso da Arpat su informazione e ambiente ha avuto un merito indiscutibile, quello di cogliere l´insufficienza dell´informazione in tema ambientale. Un problema che riguarda tutti noi operatori dell´informazione e della comunicazione e che parte da una considerazione che non è azzardato definire «antica», almeno per noi che qualche mese fa, cinque per l´esattezza, abbiamo deciso di dare vita ad un quotidiano on line tutto dedicato alle questioni ambientali: perché non esistono giornalisti specializzati in ambiente?

Pur non dimenticando che a livello nazionale esiste l´Aiga, l´associazione dei giornalisti ambientali che raggruppa redattori del servizio pubblico radiotelevisivo e di grandi testate, La questione si fa sentire in modo molto forte quando si scende su un piano di riferimento regionale, perché è chiaro che nei quotidiani come quelli che abbiamo in Toscana la duttilità non solo è pane quotidiano del redattore, ma è anche considerata come l´unica carta vincente perché qualcuno, nello stuolo dei collaboratori dei vari giornali, possa emergere e conquistarsi, un giorno, un contratto di lavoro degno di questo nome. Ciò rende difficilissimo, per non dire fisicamente impossibile, che fra i «nostri» (nel senso di toscani) giornalisti possa crescere il numero di quelli specializzati in ambiente.

E´ chiaro, allora, che non si tratta di buona volontà da parte dei giornalisti stessi, che per quante informazioni possano ricevere in uno, due o venti seminari di approfondimento, il giorno dopo saranno ancora chiamati a destreggiarsi fra la cronaca nera e il congresso di un sindacato.

Urge, dunque, puntare più in alto. Coinvolgere nella discussione, cioè, editori e direttori responsabili. Ovvero, coloro che impostano e gestiscono l´organizzazione del lavoro nelle redazioni. Coloro che scelgono dove e come investire, in termini di risorse umane e finanziarie. Perchè se è vero che solitamente nelle cronache cittadine dei quotidiani toscani il cronista di punta è quello che più spesso ha rapporti con il sindaco e che chi segue la squadra di calcio solitamente non si occupa di altre cose, allora il punto è proprio questo: fare in modo che anche l´ambiente, così come la politica, così come lo sport, abbia dignità di settore giornalistico e non sia solo il pretesto buono per lanciare allarmi di natura opposta a intervalli pressappoco regolari.

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