[01/06/2006] Rifiuti

Ghezzi sul termovalorizzatore: «Discussione anche fuori dai confini di Ato»

PISA. Mentre si cominciano a fare ipotesi sulla necessità di un nuovo inceneritore di Ato, fino al 19 giugno 10mila famiglie pisane potranno esprimere il loro parere sulla raccolta porta a porta dei rifiuti. Una forma di partecipazione popolare che abbiamo chiesto di spiegare all’assessore all’ambiente Paolo Ghezzi(nelal foto).

«Prima di tutto non si tratta di un referendum ma di una consultazione, un tentativo di partecipazione sulle scelte che poi l’amministrazione comunale sarà tenuta a prendere anche in relazione al piano industriale d’ambito. Sicuramente è un’occasione per riflettere, per informare e per chiedere un parere convinto: i questionari sono nominativi (e distinti per famiglie e imprese) e potranno essere inviato dopo il voto per posta, per email, per fax o consegnati a mano. Da parte dell’amministrazione la massima trasparenza, dimostrata anche dal fatto che non abbiamo mai negato che la raccolta porta a porta sarebbe la scelta più gradita da parte nostra».

In queste settimane si parla anche dell’ipotesi di raddoppio del termovalorizzatore di Ospedaletto oppure di costruirne uno ex novo a Gello… Lei che ne pensa?
«Io dico solo che c’è un piano provinciale in aggiornamento, a cui seguirà il piano industriale. Le previsioni preliminari sono note e parlano di un aumento dei rifiuti che implica una scelta impiantistica di un certo tipo. Non abbiamo ancora avuto copia in bozza del piano, è un lavoro che sta curando la Provincia, quindi preferisco non dare pareri che non mi competono almeno ora. Quello che si può dire è che quello sui termovalorizzatori è un dibattito che va aperto su scala più ampia, anche al di fuori dei confini provinciali o di Ato, perché a fronte di impianti tecnologicamente sempre più sicuri, servono anche maggiori garanzie territoriali».

Sta quindi ipotizzando un coinvolgimento degli Ato più vicini, come Livorno e Lucca?
«Il primo punto è che gli impianti siano il più sicuri possibile. Il secondo punto è che siano il più efficienti possibili, ed è evidente che non si possono moltiplicare all’infinito. Noi dovremo ragionare prima di tutto come Ato, ma nulla vieta di pensare anche in ottica più vasta, a patto che questo non rallenti tutto il processo rischiando di far cadere il territorio nell’emergenza, anche perché i rifiuti continuano ad aumentare».

Già, i rifiuti aumentano e quindi servono nuovi inceneritori. Ma la Regione si è posta l’obbiettivo di una riduzione del 15% della produzione dei rifiuti.
«Questo è un obiettivo ambizioso ma realizzabile, almeno nel medio-lungo periodo…»

Assessore, il suo collega regionale Marino Artusa ha detto -15% al 2010, tra meno di 4 anni
«Il 2010 in effetti è un termine molto breve, diciamo che si tratta di uno di quegli obiettivi che vengono dati per spronare a migliorarsi sempre di più... Lavoreremo per raggiungerlo prima possibile, ma è molto difficile anche perché a mio avviso la riduzione è una variabile che si controlla male. Sulla riduzione purtroppo abbiamo meno capacità di controllo, dipende anche dal Pil della comunità, che di solito è lineare con l’incremento dei rifiuti.
Per ridurre davvero i rifiuti dovremmo avere serie politiche di produzione, perché se si vuole ridurre il rifiuto bisogna andare alla fonte».

Pensa che anche quando si dovrà prendere una decisione sul termovalorizzatore avvierete una consultazione popolare come sul porta a porta?
«E’ una cosa molto diversa, perché quella del porta a porta è una scelta che necessità partecipazione attiva del cittadino, che ha una responsabilità forte sulla riuscita. Se noi imponessimo questa raccolta in una comunità non convinta potremmo rischiare di ritrovarci una città invasa dai sacchetti dell’immondizia. In questo caso quindi è stato giusto avviare la consultazione».

Provo a interpretare la sua risposta: per il termovalorizzatore non ci sarà consultazione.
«Non ne ho la più pallida idea. Intanto vediamo se sarà necessario farlo».

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