[31/05/2006] Parchi

Anche Greenpeace critica De Castro sulle ferrettare

ROMA. Anche Greenpeace teme che il decreto De Castro, meno restrittivo sulle cosiddette ferrettare, piccole reti derivanti, si trasformi in un invito all´uso delle spadare. Per Alessandro Gianni, responsabile mare dell’organizzazione ambientalista «il decreto firmato dal ministro De Castro è un passo affrettato che rischia di facilitare la pesca illegale. Si torna di fatto pericolosamente vicini al decreto Facchiano, che nel 1991 aprì le porte a una lunga stagione di illegalità».

Greenpeace quest´anno navigherà nel Mediterraneo con due delle sue tre navi e non mancherà di denunciare l´uso delle spadare, ancora diffuso tra i pescatori italiani. Greepeace sottolinea che «le spadare, o reti pelagiche derivanti, catturano tutto quello che nuota nelle vicinanze: per questo motivo sono state vietate dall´Onu e dall´Unione Europea. Con reti non molto differenti da quelle permesse oggi dal decreto De Castro, negli anni Novanta si contavano ogni estate circa 8mila cetacei uccisi, inclusi una trentina di capodogli».

«Dopo il bando dell´Ue sono stati spesi decine di milioni di euro per la riconversione delle spadare, ma Greenpeace e altre associazioni hanno documentato che alcuni pescatori italiani – che avevano preso questi soldi – continuavano a pescare impunemente con le reti derivanti proibite».

Ma Giannì spiega altri aspetti assurdi della vicenda: «le spadare, ad esempio, possono essere sequestrate solo se si sorprende il pescatore nell´atto di utilizzarle. Ancora più paradossalmente, le reti "sequestrate" sono spesso affidate in custodia agli stessi pescatori».

Greenpeace, ha chiesto al ministro De Castro un incontro urgente per uno scambio di opinioni sulle ferrettare, sulle spadare e sulle norme per la prevenzione e la repressione della pesca illegale, ricordando che l´Italia non ha adottato alcun piano d´azione nazionale contro la pesca illegale, come previsto dalla Fao.

(nella foto: pesci spada appena pescati)

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