[31/05/2006] Consumo

Il fungo mangiaplastica ed inquinanti elimina anche le resine fenoliche

ROMA. Le resine fenoliche vengono usate come adesivi industriali, soprattutto nelle carrozzerie delle auto, e si ottengono da fenolo e formaldeide esposti ad alte temperature e pressioni e con utilizzo di catalizzatori. Per la loro struttura, non possono essere rifuse e quindi fino ad oggi non sembravano degradabili. Il dipartimento di biologia dell’Università del Wisconsin della città statunitense di Madison ha pubblicato sulla rivista on line della American Chemical Society la scoperta che il fungo Phanerochaete chrysosporium (nella foto sulla corteccia di un albero) è in grado di biodegradare le resine fenoliche. Si tratta di un vero e proprio fungo spazzino che degrada la plastica con un enzima, la ligninasi, normalmente utilizza per degradare il legno, ma che ha anche capacità di decomporre sostanze inquinanti come diossine, Ddt, Pcb e Tnt.

Contro le resistentissime resine fenoliche, il fungo si comporta come se fossero lignina perché le due strutture molecolari sono in parte simili. La scoperta sembra essere molto promettente, mas per l’utilizzo del Phanerochaete chrysosporium per queste resine bisogna superare ancora vari problemi: il fungo riciclatore non «funziona» in presenza di altri materiali e muore a causa di elevati quantitativi di metalli pesanti.

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