[31/05/2006] Rifiuti

Polieco: «Testo unico inapplicabile e illegittimo»

In riferimento all´intervista al magistrato Maurizio Santoloci, pubblicata ieri, abbiamo ricevuto un contributo alla discussione da parte di Claudia Salvestrini, che si occupa per il consorzio Polieco (consorzio obbligatorio per il riciclaggio dei rifiuti in polietilene) dei rapporti con le associazioni e gli enti.

«Non solo "sospenderla creerebbe un buco nero micidiale", come ha giustamente detto Santoloci, ma io vorrei anche aggiungere – afferma Claudia Salvestrini - che ciò non si potrebbe avverare dal momento che il capitolo IV del testo unico è inapplicabile e quindi illegittimo. Infatti, come testualmente afferma la Corte di Giustizia delle Comunità Europpe.."l´inadempimento dell´obbligo di notifica dei progetti di misure nazionali,previsto dalla direttiva 98/34/CE costituisce un vizio procedimentale,che comporta l´inapplicabilità delle regole tecniche,ed il giudici nazionale deve disapplicare una disposizione (nella fattispecie il cap IV) che non sia stata regolarmente notificata conformemente alla direttiva 98/34/CE surrichiamata.."».

Il Polieco ha presentato ieri mattina un ricorso al Tar, proprio per quanto riguarda la parte in cui si parla dei consorzi, contenuta nel capitolo IV.
«Basta andare a leggersi – continua Salvestrini - il recentissimo dialogo istituzionale tra Parlamento Europeo e Commissione Europea (interrogazione scritta P-0578/06 e relativa risposta P-0578/06IT) per comprendere i motivi di inapplicabilità della legge (a cui si aggiungono articoli e commi di riferimento inesistenti o sbagliati) o comunque l´illegittimità della parte IV del testo unico ambientale e ciò considerato dal punto di vista anche delle fonti di diritto comunitario».

Secondo Polieco uno degli elementi più preoccupanti della nuova legge è quella relativa alla definizione di rifiuto. «Temiamo la definizione di rifiuto e sottoprodotto – spiega ancora Claudia Salvestrini - se infatti si fa apparire tutto come sottoprodotto perdiamo la tracciabilità complessiva, che se si aggiunge alla volontarietà del consorzio fa si che si ritorni a prima della legge Ronchi. La volontarietà comporta che molti non si iscrivano, non rispettino le norme, e vadano a ingrossare il sistema di smaltimento abusivo. I consorzi invece hanno l’obbligo di incassare dai produttori che inquinano per ridistribuirlo ai recuperatori e riciclatori. Senza questo passaggio finiremo per dare ragione all’ecomafia».

«Va infine sottolineato come l´obiettivo della riforma di una materia per molti versi estremamente complessa – conclude la responsabile di Polieco - non può tradursi in una "disattenzione" per le fonti comunitarie che, specie nella materia ambientale sono di palese rilevanza. Così facendo l´Italia si esporrebbe al rischio di ulteriori procedure di infrazioni da parte della Commissione europea. Stanti le evidenti violazioni in materia di procedura così come dei principi comunitari in materia ambientale è quindi ,sempre a nostro parere,da vedersi dichiarato palesemente illegittimo».

(nella foto un carico di rifiuti di plastica)

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