[20/07/2009] Parchi

Area marina protetta dell’Arcipelago: il ministero riapre l’istruttoria

PORTOFERRAIO (Livorno). Nei prossimi giorni avrà luogo a Roma al ministero dell´ambiente e della tutela del territorio e del mare, un nuovo incontro per l’istruttoria istitutiva dell’area marina protetta dell’Isola del Giglio. Tale incontro riapre un percorso interrottosi nel marzo dello scorso anno, quando il ministero formulò una proposta tecnica preliminare di Area marina protetta (Amp), redatta sulla scorta delle proposte del Comune e degli studi scientifici conoscitivi realizzati a tale scopo. A quella proposta, a causa dell’avvicendamento del governo, non fu mai data risposta ed è per questo che secondo Legambiente Arcipelago «è giunto il momento di riaprire una serena riflessione sull’argomento, ora che le strumentalizzazioni elettorali possono ritenersi sopite».

La proposta, di carattere squisitamente tecnico, prevede una piccolissima zona A (riserva integrale, no entry – no take) presso Punta del Corvo, una seconda piccola zona A (entry-no take), aperta anche alla subacquea, presso Punta del Capel Rosso, e le restanti zone B, C e D dove in maniera graduale sono consentite in modo disciplinato tutte le attività tradizionalmente presenti nelle acque dell’isola: la navigazione da diporto, la piccola pesca costiera, la pesca sportiva, la subacquea, la balneazione, e via dicendo.

«Il modello di riferimento è quello di alcune Amp vicine e di grande successo - ricordano gli ambientalisti - quali Portofino, le Cinque Terre, Tavolara e Capo Carbonara, dove prosperano i numeri del turismo balneare e diportistico».

Nell’Amp di Portofino in effetti, salotto della nautica italiana, si svolgono oltre 40.000 immersioni subacquee all’anno. La costa dell’Amp delle Cinque Terre è visitata annualmente da 2 milioni e mezzo di turisti. L’Amp di Tavolara vive stagionalmente il boom del turismo balneare e diportistico dei “Vip”, tipico della Costa Smeralda. L’area marina protetta di Capo Carbonara, a Villasimius, registra in estate la presenza di oltre 600.000 turisti.

«Si tratta di modelli di gestione del mare e della costa intelligenti, avanzati, che hanno puntato su regole chiare e semplici per gestire i flussi turistici e mantenere il pregio ambientale delle zone, che rappresenta la risorsa turistica primaria».

Secondo questo approccio, partendo dal presupposto che la proposta ministeriale è un punto di partenza e potrà essere opportunamente cambiata ed emendata (la precedente amministrazione del Giglio chiese l’eliminazione delle due piccole zone A), sarà bene riflettere sul fatto che anche il Giglio possa beneficiare di questo formidabile strumento di gestione e marketing territoriale che è una moderna area marina protetta.

Legambiente Arcipelago con realismo sa che però adesso «bisogna guardare al cambiamento di molte amministrazioni nell’Arcipelago ed alla necessità di riaprire al Giglio ed all’Elba il discorso sull’istituzione di un’Area marina protetta prevista addirittura dalla Legge 979 del 1982».

Il documento di riferimento è certamente la Carta di Siracusa, proposta dal nostro ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ed approvata al summit del G8 ambiente a Siracusa anche dalle delegazioni dei Paesi emergenti invitati. Un documento importante ed impegnativo che al 14° pounto afferma: «Promuovere la costituzione, la ristrutturazione e la gestione efficace di aree protette e la loro connettività ecologica quale strumento essenziale per la continuità dei flussi dei servizi e delle funzioni degli ecosistemi. 15. Incrementare, promuovere e gestire efficacemente una rete protetta di aree marine e terrestri, al fine di favorire nuove opportunità economiche e di impiego, ed anche promuovere nuovi e innovativi meccanismi finanziari, come l’iniziativa Life Web».

Per questo, mentre il ministro Stefania Prestigiacomo riapre il confronto con i Comuni dell’Arcipelago, Legambiente le chiede «di istituire intanto e al più presto l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano nelle isole che godono già delle protezioni a mare previste da ormai lontanissimi Decreti e affidate al Parco Nazionale. L’istituzione dell’Amp nelle aree a mare del Parco permetterebbe il dispiegamento di quelle attività di valorizzazione spesso richiamate dal Ministro con una gestione non più “ingessata” dal DPR e anche di andare incontro a richieste come quella del Comune di Capraia Isola che chiede uno “slittamento” della Zona 1 (Riserva Integrale), verso sud. Si potrebbe così anche rivedere l’assurda zonazione di Giannutri, che in questi giorni sta dimostrando nuovamente tutta la sua ingovernabilità, e rendere possibile una migliore gestione delle attività subacquee nelle 5 isole con il coinvolgimento dei diving center locali e della stesse attività diportistiche, mettendo in atto da subito i protocolli sulla nautica e il diporto nelle aree marine protette redatti ed approvati da tutte le associazioni dei due settori e dalle maggiori associazioni ambientalistiche che hanno partecipato ai due tavoli tecnici convocati dal Ministero dell’Ambiente».

L’istituzione dell’Amp, che sarebbe già così probabilmente la più grande del Mediterraneo, non solo andrebbe incontro ai principi della Carta di Siracusa ed agli impegni internazionali ed europei dell’Italia ma servirebbe anche come esempio di gestione proprio mentre il Ministero riapre il confronto con le Amministrazioni locali per un’Amp allargata all’Elba ed al Giglio, trasformando i vincoli esistenti nelle altre 5 isole dell’Arcipelago in occasioni di valorizzazione e salvaguardia attiva dell’ambiente, anche dal punto di vista turistico ed economico.

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