[17/07/2009] Comunicati

Ecologia & Pd: pensieri e parole di Dario Franceschini

ROMA. Nel mondo globalizzato ogni paese, ogni economia nazionale dovrà rinunciare ad essere competitiva su tutto e dovrà puntare sui terreni su cui è più forte e vincente. Alcune nazioni punteranno sul basso costo della mano d´opera, altre sulle grandi estensioni territoriali, altre sulle materie prime. L´Italia dovrà puntare sulla qualità. Puntare sulla qualità significa puntare sull´eccellenza, sulla parte alta della filiera produttiva, dove contano di più la creatività e il capitale umano.

Significa investire in conoscenza. Scuola, scuola, scuola e poi università, ricerca, innovazione, cultura. Significa valorizzare la capacità di produrre o di inventare cose che piacciono a un mondo voglioso di qualità. Alle Olimpiadi di Pechino erano piemontesi le pavimentazioni degli impianti sportivi, bresciani i fucili che hanno vinto medaglie, marchigiane le macchine elettriche, lombarde le piscine, toscani gli scafi del canottaggio, del CNR la centrale di monitoraggio ambientale più grande al mondo.

Qualità significa valorizzare la bellezza del proprio territorio, delle coste, delle nostre montagne, delle città e dei borghi italiani, della loro storia e del loro patrimonio culturale. Valorizzare un tessuto di piccole e medie imprese legate al territorio e attente alla qualità. Valorizzare le radici e le nostre tradizioni, un intreccio unico di storia e cultura, di agricoltura e prodotti tipici, di buona cucina, di coesione sociale e qualità della vita.

L´Italia è la risorsa dell´economia italiana. Difenderla dalla devastazione e dal saccheggio, è come per l´economia di un paese arabo tutelare le proprie risorse petrolifere. Anche per questo valorizzare e investire sull´ambiente e l´economia verde deve essere la nostra priorità.

La green economy sarà nel prossimo decennio ciò che è stata la rivoluzione informatica negli anni 80, il nuovo motore dell´economia mondiale. Chi raccoglierà questa sfida sarà protagonista, chi si attarderà è destinato a rimanere ai margini. I risultati del recente G8 hanno segnato una timida inversione di tendenza nell´impegno per le energie rinnovabili e contro il riscaldamento globale.

Occorre fare di più. Noi vogliamo che l´Italia faccia proprio il programma della presidenza Svedese dell´Unione europea e per questo proponiamo che si alleggeriscano le tasse sulle imprese che mettono in atto comportamenti meno inquinanti.

Noi vogliamo che l´Italia guidi una rivoluzione verde, vogliamo estenderne le grandi opportunità a tutti i territori, a cominciare da quelli del Sud, che su questi temi potrebbe riscoprire una vocazione che traini il suo sviluppo. Per centrare questo obiettivo serve un Partito Democratico più coraggioso e più netto nei suoi sì e nei suoi no.

Sì a una radicale riconversione del nostro sistema energetico verso l´efficienza, il risparmio, le fonti rinnovabili. No al nucleare del passato, pericoloso e costosissimo. Sì a una rivoluzione fiscale che alleggerisca il prelievo su lavoro e imprese che inquinano e consumano meno. No all´abusivismo e al consumo spregiudicato di territorio. Sì all´edilizia di qualità e alla sicurezza antisismica. No a tutte le forme di illegalità ambientale, cominciando da una lotta senza quartiere alle ecomafie e dall´inserimento dei reati ambientali nel codice penale. Sì a uno sviluppo locale e urbano che scelga una mobilità più sostenibile e meno soffocata dal trasporto su strada, che opti per sistemi moderni di smaltimento dei rifiuti.

E´ su questa rotta che oggi deve muoversi l´Italia. Dobbiamo avere fiducia nei nostri talenti. Abbiamo territori ricchi di saperi, di creatività, di comunità che conservano qualità della vita e forte coesione sociale. Dobbiamo valorizzare questi talenti con l´innovazione, sfruttando le grandissime opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Ma dobbiamo farlo.

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