[15/07/2009] Vivere con cura di Marinella Correggia

Verso Copenhagen. Come pesarsi per un mese (fino a metà agosto)

RIETI. Sul rapporto fra i manzoniani venticinque lettori della rubrica Vivere con cura e la crisi climatica diamo per scontate una serie di premesse:

- che abbiano ben chiara la necessità urgente di un impegno diretto da parte di tutti i cittadini della Terra – in primis i maggiori responsabili: gli occidentali in blocco e le classi medie e alte del Sud del mondo - per arrivare in pochissimi anni agli obiettivi di riduzione dei gas serra che i paese maggiori emettitori di gas serra non si sono impegnati a prendere nemmeno al recente G8;

- che siano convinti che, poiché come esseri umani siamo tutti eguali, anche il diritto alle emissioni di gas serra deve essere egualmente ripartito fra tutti: come dice il progetto “Contrazione e convergenza” di Aubrey Meyer – www.cgi.org – occorre arrivare a una ripartizione pro capite globale egualitaria delle emissioni massime consentite: equi diritti all’interno di un limite massimo. E per prudenza, questa ripartizione pro capite non dovrebbe superare la tonnellata di gas serra all’anno, da moltiplicarsi per i sette miliardi di abitanti a cui presto arriveremo. Attualmente un etiope medio è a meno di 100 kg e un italiano medio a 9 tonnellate;

- che facciano il “ragionamento dei sei miliardi” anziché di quello “ma tanto tutto quello che posso fare non serve a niente di fronte all’enormità del problema e alle resistenze di governi, imprese e maggioranza della popolazione”. Il ragionamento dei sei miliardi risponde all’esortazione di Gandhi: “Sii il cambiamento che vorresti per il mondo”. E cioè chiedersi: se tutti i cittadini del mondo facessero come faccio io, come andrebbe il mondo?

- che non separino le azioni individuali (impegno nei propri stili di vita) da quelle collettive (impegno “educativo” a cambiare gli stili di vita altrui; impegno “politico” a cambiare i modelli di produzione consumo di collettività piccole e grandi);

- che pensino che “fare una saggia dieta di gas serra” in prima persona sia condizione indispensabile e facilitante per il coinvolgimento di altri (dobbiamo diventare rompiscatole del clima!)

- che sappiano che le emissioni di gas serra sono davvero un indicatore principe del modello economico e sociale e che ridurle grandemente oltre che un impegno di giustiza può essere una leva di Archimede per un piacevole cambiamento verso la semplicità

- che si rendano conto che ridurre a una tonnellata le
emissioni pro capite annue del Nord è indispensabile affinché le lotte per la giustizia ecologica in corso soprattutto nel Sud del mondo approdino a un risultato.

Una volta che si è convinti che ridurre le proprie emissioni è un dovere e una necessità, occorre avere il metodo. Di “calcolatori” del contenuto di anidride carbonica nei consumi finali ce ne sono molti in giro - anche se non concordano sempre con i dati.

Ma il punto di partenza è sapere… da dove si parte. Da quanto alto è (e per quali fattori) il nostro peso climatico. Quindi, rispetto a un approccio un po’ frammentario, per singole riduzioni di questo o quel consumo, meglio partire da un totale check-up di se stessi. Poi, nei prossimi mesi, la rubrica Vivere con cura riassumerà i contenuti di gas serra delle singole merci o servizi, pubblicando medie che ci rendano facile fare le proporzioni. Se io so che un litro di benzina o 100 km di treno fanno tot CO2 emessa, non mi sarà difficile calcolare, se avrò avuto cura di scrivere l’elenco dei litri consumati o dei chilometri percorsi.

Dunque per cominciare, per un congruo periodo bisognerebbe scrivere con minuzia su un “quadernetto clima” - una vecchia agenda riciclata per esempio - i nostri comportamenti. Ci vuole almeno un mese, per prendere l’insieme. Poi moltiplicheremo per i dodici mesi dell’anno e sapremo di quanto dobbiamo scendere per arrivare, in dodici mesi alla tonnellata annua di gas serra che sarebbe il nostro diritto massimo in un mondo equo e sostenibile. E avremo circa quattro mesi per arrivare pronti all’appuntamento cruciale sul clima a Copenaghen in dicembre (anche senza andarci!).

Questo è un buon periodo per pesarsi. Forse si possono coinvolgere i pupi che sono in vacanza. Forse si ha più tempo. Forse le giornate sono più lunghe. Forse in questo mese (metà luglio-metà agosto) abbiamo comportamenti un po’ “riassuntivi” di quelli dell’anno (riscaldamento ambientali a parte) perché magari si fanno giorni di vacanza, altri di lavoro, altri di viaggio. E allora via.

1. Per quanto riguarda i consumi energetici e idrici della casa, la cosa più pratica è trascrivere all’inizio del nostro mese di calcolo,
- - i metri cubi e frazioni che appaiono sul contatore dell’acqua
- i kilowattora che appaiono sul contatore dell’elettricità
- i numerini del contatore del gas. Così alla fine del periodo rileggeremo e basterà una sottrazione per aver chiaro il quadro. Per ridurre i consumi, invece, via via indicheremo ad esempio quanto Co2 si risparmia con questo o quel comportamento.

2. Quanto al resto dei consumi, ogni giorno (indicando il giorno) scriveremo:
- i km percorsi in auto o motorino (e se vogliamo, quelli percorsi a piedi o in bici, a zero emissioni…ma non è indispensabile). In alternativa potremo calcolare i litri di carburante acquistati nella settimana.
- i km percorsi in treno o bus
- i km percorsi in aereo;
- quanti kg di frutta, verdura, legumi e cereali sfusi o quasi sfusi (si perdona il sacchettino di plastica sigillato dei legumi e dei cereali) abbiamo acquistato e da dove provengono (sarà più facile se si compra dal produttore o con un Gas), il che significherà leggere le etichette
- quanto scatolame o cibo già preparato o comunque molto confezionato abbiamo comprato
- quante bottiglie di acqua (!) abbiamo acquistato, idem quante bottiglie o lattine di altre bevande, latte compreso, indicando se si tratta di contenitori usa e getta o a rendere
- quanta carne, pesce, latte e uova abbiamo acquistato e di che tipo (bio, non bio)
- quanti cibi abbiamo consumato fuori casa (panini, pasti completi, lattine, bottiglie, caffé))
- che cosa abbiamo acquistato: abiti, scarpe, mobili, oggetti vari, se sono usati o nuovi;
- idem per la carta da ufficio, carta per scopi igienici, sostanze per l’igiene e relativi imballaggi;
- che cosa abbiamo acquistato quanto a beni elettronici e loro ammennicoli (pile, ricambi);
- quanti rifiuti in peso e qualità abbiamo prodotto e dove li abbiamo messi.
- se abbiamo ad esempio raccolto i giornali abbandonati da altri e li abbiamo avviati al riciclaggio, - se abbiamo detto di spegnere l’aria condizionata non necessaria aprendo una finestra o un finestrino, se abbiamo piantato un albero dove nessuno l’avrebbe fatto e altri comportamenti positivi;
- insomma il totale dei beni e servizi utilizzati. Sono perdonate piccole dimenticanze.

Già solo il pesarci ci indurrà a risparmiare, per non avere liste lunghissime, abbastanza terrificanti.

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