[13/07/2009] Comunicati

S. Rossore, Bramerini: «Sostenibilità spesso tema troppo salottiero»

FIRENZE. La sostenibilità in Italia «rischia di essere solo un tema salottiero», a causa della poca ricerca e dei troppi tabù ideologici. Così l’assessore all’Ambiente della Toscana, Annarita Bramerini, nel suo intervento alla tavola rotonda “Scienza, governo, cittadini, soluzioni, scelte, stili di vita” che ha avuto luogo nella giornata conclusiva del meeting di S. Rossore, venerdì scorso.

Secondo Bramerini, «l’impressione è che abbiamo rinunciato al merito, rinunciando a dare alle nuove generazioni gli stessi strumenti che hanno i giovani degli altri paesi del mondo (..). Noi facciamo educazione ambientale nelle scuole, ma mentre in Germania ai bambini viene insegnato fin da piccoli a differenziare i rifiuti, spiegando loro che la parte non riciclabile deve essere impiegata per produrre energia, da noi questo argomento è ancora un tabù».

Altro pregiudizio citato dall’assessore è quello relativo al rapporto tra energie rinnovabili e paesaggio: «nella nostra regione lo sviluppo delle fonti rinnovabili sembra, per alcuni, contrastare con l’idea di una Toscana da cartolina: la Toscana è un brand potentissimo, ma la bellezza del duo paesaggio deve essere tutelata senza diventare un limite alle nostre possibilità di sviluppo sostenibile».

Sul sostegno economico alle Fer, Bramerini ha infine sostenuto di aver «destinato 50 milioni di euro, di provenienza europea, a tutte quelle imprese e pubbliche amministrazioni che investiranno in fonti rinnovabili e sistemi per aumentare la propria efficienza energetica. Ma abbiamo voluto anche investire sul futuro, finanziando la ricerca applicata con altri 10 milioni di euro riservati a progetti presentati insieme da università e imprese».

Di sostenibilità come una «sfida che si insegue affrontandola nel suo insieme» ha invece parlato, nel suo intervento, l’assessore regionale alla Ricerca, università e politiche abitative, Eugenio Baronti. Secondo Baronti, «questo modello di sviluppo e di consumi proprio non va. Lo dicono i numeri. Ma per cambiarlo serve un approccio globale e dobbiamo lavorare sui comportamenti e gli stili di vita, collettivi e singoli. Serve un percorso di partecipazione per vincere ritrosie e diffidenze ed educare i cittadini, ma anche i produttori, ad essere responsabili e consapevoli. Non basta una legge o un´ordinanza. Servono progetti integrati, perché l´errore più grande che potremmo commettere è quello di insistere col vizio del settorialismo».

Riguardo al tema specifico dell’edilizia, Baronti ha auspicato l’instaurazione di «una nuova cultura dell´abitare e del costruire, capace di mettere insieme ecoefficienza e risparmio energetico, vivibilità e socialità». Secondo quanto riportato dall’agenzia della Regione, l’assessore ha poi sostenuto che la politica deve farsi portavoce di buone pratiche, con la consapevolezza che una rivoluzione culturale vera, come quella della sostenibilità, deve essere affrontata dal livello più basso a quello più alto, dal Comune all´Europa.

Ora, al di là della parte finale dell’intervento di Baronti (che lascia perplessi, poiché la politica ha prima di tutto il compito di governare – anche e soprattutto tramite la leva economica - la società, orientandola insieme al sistema produttivo verso la sostenibilità ambientale e sociale, prima ancora che svolgere un pur lodevole ruolo di «portavoce di buone pratiche») entrambi gli interventi dei due assessori paiono condivisibili.

E’ infatti proprio la carenza di integrazione nelle politiche pubbliche (e tra pubblico e privato) che sembra uno dei maggiori elementi frenanti, ed è infatti fattore che entrambi gli assessori accusano essere tra i principali ostacoli al perseguimento della sostenibilità: Bramerini parla di “rischio tema salottiero”, Baronti di “settorializzazione”, ma il tema è lo stesso: poca integrazione nelle politiche, e conseguente poco radicamento delle istanze di sostenibilità sia nella società civile, sia nel comparto produttivo. E anche i «tabù» citati da Bramerini sembrano essere effettivamente rintracciabili sia nel dibattito inerente al recupero energetico, sia in quello su rinnovabili (soprattutto eolico) e paesaggio.

Come agire, quindi? Bramerini sostiene la necessità di proseguire sulla strada intrapresa, che ha definito come «una nuova, buona filosofia che concilia economia e ambiente», mentre Baronti indica nel superamento del «vizio del settorialismo» e in una «nuova cultura dell´abitare e del costruire» le carte da giocare.

Certo, non è nelle dichiarazioni di intenti che si può individuare una effettiva politica per la sostenibilità. Ma la strada sembra quella giusta, e non va dimenticato che le “chiacchere” che ogni anno si fanno a S. Rossore si sono poi spesso effettivamente tramutate nei “fatti” della politica toscana. Ad esempio, secondo quanto dichiarato dal presidente Claudio Martini a “La Nazione” in apertura del meeting, derivano da stimoli nati a S. Rossore la legge (69/2007) sulla partecipazione, lo status di regione Ogm-free per la Toscana, lo stesso Piano energetico regionale.

La prossima edizione di S.Rossore, ha annunciato Martini, sarà focalizzata su comunicazione e internet, e il tema sarà trattato «in termini culturali generali e anche cercando di capire qual e´ lo spazio di intervento delle istituzioni locali». Essendo la comunicazione, oltre che settore strategico per la società nel suo insieme, anche comparto fondamentale per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile, l’auspicio è che la comunicazione ambientale abbia l’anno prossimo un ruolo centrale.

Se poi, in futuro, assisteremo a discussioni non necessariamente incentrate sulla sostenibilità sociale e ambientale, ma invece discussioni più ampie dove non ci sia bisogno di parlare specificatamente di sostenibilità, perchè essa sarà diventata questione centrale e imprescindibile (oltre che “integrata”) da cui tutte le altre discenderanno, allora saremo i primi a rallegrarci. (rm)

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