[13/07/2009] Trasporti

Quanto è sostenibile spazzare via (come da programma) la sosta a pagamento nella Zcs di Firenze?

FIRENZE. Se confermata, la notizia dell’abolizione della sosta a pagamento in gran parte di Firenze non sembra decisamente un esordio troppo sostenibile per la nuova amministrazione fiorentina. Come già previsto nei cento punti del programma elettorale (n° 16: “rivoluzione totale dell’attuale impostazione della Zcs”), e come ampiamente annunciato durante la campagna per le comunali, infatti, il neo-sindaco Renzi ha espresso la sua intenzione di mettere mano, già da questa settimana all’attuale impostazione della sosta a pagamento nel capoluogo toscano. In discussione per ora è la sola area Zcs, mentre la centrale Ztl (il centro storico, dove sussistono limitazioni diurne e notturne per l’accesso da parte della mobilità privata) dovrebbe essere “affrontata” in un secondo momento.

Tra le principali novità inerenti alla questione, il previsto “dimezzamento” delle aree di sosta a pagamento (e torneremo poi sugli aspetti quantitativi di questa riduzione), ma anche il - pure previsto nei “cento punti” - ridimensionamento del ruolo dei cosiddetti “vigilini” - gli ausiliari per il controllo sosta a pagamento - che non potranno più verbalizzare le trasgressioni alla Zcs e si dedicheranno al solo controllo del territorio in funzione anti-degrado.

Inoltre almeno secondo quanto annunciato è prevista la reintroduzione della carta-lavoro per la sosta dei pendolari in città: in questo modo, chi viene da fuori Firenze per lavoro, potrà parcheggiare l’intera giornata spendendo circa 1 euro (la carta, prima dell’abolizione, costava 30 euro/mese), un costo addirittura inferiore a quello dell’attuale biglietto autobus (1,20 euro per 70 minuti).

A quest’ultimo proposito, sono previste già da oggi misure per aumentare a 90 i minuti di viaggio con lo stesso biglietto, e sarà inoltre possibile salire con il passeggino aperto sui mezzi, cosa finora non permessa. Infine, e anche qui come da programma (n° 28: “introduzione dei verificatori del biglietto a terra”), Renzi ha espresso l’intenzione, dal prossimo mese di ottobre, di impedire a chi è sprovvisto di biglietto di salire sui mezzi Ataf, rivoluzionando il (fortemente carente, finora) sistema dei controlli contro i cosiddetti “portoghesi”.

Come si vede, ad alcune misure che incoraggiano il trasporto privato se ne accompagnano altre a sostegno del mezzo pubblico. Verrebbe quindi, come fa “Repubblica” nell’edizione fiorentina di ieri, da sospendere il giudizio per attendere misure concrete, pur evidenziando il pericolo di un revival della mobilità privata.

Ma se la memoria non inganna più volte durante la campagna elettorale il neo-sindaco si era espresso a favore di una Firenze in prima linea nella riconversione ecologica dei sistemi sociali e produttivi, fino all’auspicio, più volte espresso con forza, di una «Firenze capitale della sostenibilità».

E francamente, che la prima mossa della nuova amministrazione nel campo della mobilità consista nella demolizione del sistema di disincentivazione del trasporto privato messo in atto dalla giunta precedente, non pare proprio una misura degna della “capitale della sostenibilità”.

Secondo quanto dichiarato dal neo-sindaco a “Repubblica” di sabato, «le Zcs erano nate per difendere la Ztl, per impedire che la zona dei viali diventasse terra di conquista da parte degli automobilisti diretti in centro. Poi però (la Zcs) è stata estesa da Foiano della Chiana a Roncobilaccio», ha ironizzato. Alla domanda sul permanere di una «piccola ciambella attorno alla Ztl», Renzi ha risposto che «non è detto, più grande però non sarà di sicuro».

Quindi, se osserviamo l’immagine che deriva da una nostra rielaborazione su mappe Sas (in nero in confini della Ztl centrale, in blu tratteggiato il fiume Arno), possiamo attenderci che, “bene” che vada, sono in procinto di essere cancellate dalla zona a sosta a pagamento, tutte le Zcs non immediatamente adiacenti alla Ztl centrale, e francamente viene da dubitare anche che l’abolizione della Zcs coinvolga “solo” il 50% della superficie comunale: è possibile, anche se questa è solo una congettura, che la zona dove il parcheggio tornerà gratuito avrà un’estensione ben maggiore.

Ora ricordiamo che stiamo commentando solo un annuncio, e riguardante una questione su cui – è certo – non mancheranno polemiche, discussioni e (almeno lo auspichiamo) ripensamenti. Ma desta sincero sconforto pensare che una delle poche misure disincentivanti per l’uso del mezzo privato che erano state messe in atto negli ultimi anni a Firenze è vista, da chi ha dimostrato una acuta capacità di analisi della complessità dei problemi come il nuovo, giovane sindaco, solo come una gabella per i cittadini da lui amministrati.

Anche perchè non è vero che, come dice Renzi, la Zcs era stata creata per «difendere la Ztl», ma semplicemente per scoraggiare l’uso del mezzo privato tramite lo strumento della “leva monetaria”, uno dei pochi realmente incisivi. E anche il “degradamento” dei vigilini, sia pure come detto annunciato nel programma, ci pare più una misura che va a lisciare il pelo alla parte più bottegaia e menefreghista del capoluogo toscano, poichè gli ausiliari del traffico non facevano altro che sanzionare i comportamenti di una città troppo poco rispettosa dello spazio pubblico: i fiorentini prendono troppe multe perchè non rispettano il codice, che si fa? Si fa una campagna per la legalità, si introducono più controlli, si aumentano le sanzioni? No, si diminuiscono i controllori.

E non si intenda, che la gestione della mobilità a Firenze da parte della scorsa Giunta fosse stata impeccabile, anzi su alcuni aspetti delle politiche relative (per esempio la comunicazione e la partecipazione) anche greenreport si era espresso più volte in senso fortemente critico. In particolare, all’adozione di politiche che ci sembravano utili al perseguimento della sostenibilità (la difficile, coraggiosa scelta sulla tramvia, ma anche la stessa sosta a pagamento) non si erano spesso accompagnate iniziative che “avvicinassero” la città alle scelte compiute, e la classe dirigente aveva spesso dato l’impressione di essere chiusa in una “torre d’avorio” dall’alto della quale osservava la città e la sua vita reale. Ma alcune politiche per la sostenibilità, appunto, erano state comunque messe in moto, e la sosta a pagamento (adottata in quasi tutti i paesi dell’Unione europea) faceva e fa parte integrante di esse. E ora, un bel colpo di forbici e via.

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