[30/05/2006] Acqua

Un progetto attuale anche per i ritardi dell´Italia

FIRENZE. «Io due anni fa ero molto scettico su questo progetto perché partiva quando la direttiva acque 2000/60 aveva ormai quattro anni. Così introduce il suo intervento Giorgio Pineschi del Ministero dell’Ambiente al convegno sul progetto Aquamed. «Invece oggi - fa rilevare Pineschi - mi devo ricredere perché il progetto finisce quando in Italia si è fatto ancora pochino per l’applicazione della direttiva. Quindi per l’inefficienza del nostro Paese il progetto è del tutto attuale Del resto non è cosa che dico io, sarebbe poi un’autocritica, ma ci sono tre procedure d’infrazione della Commissione europea su tre articoli diversi della direttiva. Il ritardo comunque non è solo italiano e lo vedremo già dopodomani al Water Directors meeting dove io parteciperò per l’Italia al posto del direttore generale Mascazzini. La direttiva è difficile da applicare, velleitaria per alcuni aspetti. Tutti i Paesi Ue hanno avuto difficoltà per definire i distretti e per i piani di monitoraggio. Ostacoli tecnici più che amministrativi». «Oggi c’è assoluta necessità – conclude Pineschi – di contatto tra i tecnici dei diversi Paesi, i burocrati si devono fare da parte. Aquamed è un progetto che si è mosso in tal senso».

Il progetto Aquamed, iniziato nel 2004 con capofila Arpat, ha visto in Marco Mazzoni il braccio tecnico-operativo, che è stato ringraziato da Sonia Cantoni, attuale direttrice generale Arpat: «Per realizzare il progetto, cioè sperimentare sul campo la direttiva, sono state necessarie molte competenze. La direttiva è complessa per gli aspetti anche gestionali della risorsa idrica con risvolti economici e sociali. Chi ha l’onere di decidere in campo ambientale, economico e politico ha necessità di dati di conoscenza. “Conoscere per deliberare”, diceva Luigi Einaudi. Il progetto Aquamed è servito anche per costruire conoscenza».

Torna all'archivio