[30/05/2006] Acqua

Aquamed, un cammino lungo due anni per tutelare meglio le acque

FIRENZE. Sono stati presentati nel convegno «Les eaux de la Mediterranée» i risultati del progetto Aquamed. Durante il progetto biennale è stata verificata in modo critico l’applicabilità di tre linee guida per l’implementazione della Direttiva quadro 2000/60/CE negli stati della zona mediterranea, in particolare in Italia, Francia e Spagna. L’applicazione della direttiva quadro sulla tutela delle acque, recepita solo di recente dall’Italia con il Dlgs 152/06, rappresenta l’adempimento legislativo comunitario più rilevante in termini di impegno di risorse tecniche e finanziarie, di riorganizzazione delle strutture tecniche e rimodulazione degli obiettivi delle politiche ambientali nel settore delle acque in tutti gli Stati Membri della Ue. Metodologie comuni di monitoraggio con predisposizione di una rete e programmi definiti per «ecoregione» di appartenenza, per arrivare alla definizione dello stato di qualità ecologico dei corpi idrici superficiali. Questo processo si realizza attraverso la Strategia comune per l’implementazione della Direttiva quadro definita nel 2001. Delle 10 linee guida elaborate, il progetto Aquamed ne ha verificate tre: classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali ed identificazione delle condizioni di riferimento, analisi economica della gestione di un bacino idrografico, monitoraggio.

Il progetto si inserisce nella programmazione Interreg IIIB (2000-2006), che ha lo scopo di favorire grazie alla cooperazione sopranazionale tra le autorità nazionali, regionali e locali, un’integrazione territoriale tra regioni europee per garantire uno sviluppo duraturo. Al progetto che ha visto come capofila Arpat, hanno partecipato il Conseil Genéral de L’Hérault, Apat, Regione Toscana, Regione Liguria, Arpa Sicilia, Arpa Lombardia, Députacion de Barcelona, Instituto Geologico y Minero de Espana, Consell Insular de Menorca e Istituto superiore di sanità.

Per l’Italia, inizialmente, per la verifica delle linee guida, sono stati scelti i bacini toscani del Sieve (nella foto) e del Cecina, dell’Entella (Liguria), dell’Oglio (Lombardia), dell’Alcantara (Sicilia) dove sono state monitorate le acque superficiali, sotterranee e marino-costiere. Nell’ultima fase, dopo il confronto tra i partners di progetto e la modifica delle linee guida si è proceduto a nuova verifica sui bacini pilota che per l’Italia sono stati Oglio ed Entella.

I risultati complessivi del progetto, ovviamente molto articolati, hanno comunque evidenziato la necessità di approfondire le conoscenze oggi disponibili sulle caratteristiche dei corpi idrici presenti in un bacino, la peculiarità dell’area Mediterranea per clima, variabilità idrologica, dimensioni modeste dei corpi idrici, diversità bio-ecologica e antropizzazione, con caratteristiche comuni di bacini inserite dalla direttiva in Ecoregioni differenti. Inoltre è stata confermata l’importanza dello scambio informativo che era negli obiettivi preannunciati del progetto.

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