[07/07/2009] Acqua

La micro-esondazione della Chiassa speriamo serva da insegnamento

AREZZO. Il monitoraggio, la manutenzione, la sorveglianza e quindi la tutela del territorio deve essere attività ordinaria se vogliamo prevenire piccoli e grandi disastri. Greenreport lo ha detto tante volte e quanto avvenuto in questi giorni vicino ad Arezzo, conferma la validità dell’assunto. Nel primo pomeriggio di domenica si è abbattuto un violento nubifragio in località La Chiassa, che ha saturato la capacità di deflusso del borro della Peschiera. Il corso d’acqua è esondato trascinando a valle una grande quantità di fango e detriti ed invadendo le strade, la chiesa e gli edifici posti a valle, circa una trentina, che non hanno però riportato danni strutturali. Nel post evento si è attivato sul posto tutto il sistema di protezione civile e di soccorso, da quello comunale a quello provinciale.

L’Ufficio sicurezza del lavoro e del territorio nella sua relazione tecnica riporta «la via d’acqua, in corrispondenza di una curva, incontra un attraversamento carrabile, posato su due tubi in cemento che restringono per oltre il 60% la sezione idraulica, per cui in caso di analoghi fenomeni atmosferici, permane una grave situazione di pericolo a carico della pubblica incolumità; per contenere tale pericolo è necessario ripristinare la sezione idraulica originaria…». In base a questa relazione, come già preannunciato, il Sindaco ha firmato un’ordinanza notificata alla ditta esecutrice del manufatto e ai suoi attuali proprietari e presentato un esposto al Procuratore della Repubblica. In sostanza in nome dell’interesse pubblico prevalente su quello privato, viene ordinato il ripristino della sezione idraulica originaria del Borro della Peschiera in loc.

La Chiassa, mediante la rimozione di tutte le opere costruite sopra il corso d´acqua, avendo cura che la realizzazione di eventuali attraversamenti non riduca la sezione idraulica stessa e che i lavori siano iniziati immediatamente ed ultimati quanto prima possibile e comunque non oltre 48 ore dalla notifica. Pronta la risposta dell’amministrazione e chiare le responsabilità di chi ha costruito il manufatto, in base a quanto è dato sapere, ma sarebbe necessario verificare anche come mai non sono avvenuti controlli preventivi sul cosiddetto reticolo idrografico minore o se sono avvenuti come mai questa struttura non è stata segnalata come possibile causa di un evento di esondazione. Per fortuna in questo caso non si devono contare i morti (alcuni cittadini devono però spalare acqua e fango dalle proprie case), ma eventi drammatici anche molto recenti insegnano che ad aiutare il “fato” o la natura nelle sue manifestazioni estreme, c’è sempre l’errore umano.

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