[06/07/2009] Acqua

A Pescara prende il via il processo al sito chimico di Bussi

FIRENZE. Mentre a L’Aquila le rappresentanze di alcuni grandi Paesi della Terra parleranno anche dei destini ambientali del nostro Pianeta, sempre in territorio abruzzese giovedì 9 luglio si gioca un’importante partita per la tutela dell’ambiente del cosiddetto Belpaese e non solo. Si aprirà infatti, presso il Tribunale di Pescara, il processo per uno dei maggiori scandali ambientali europei degli ultimi anni scoperto nel 2007 dal Corpo Forestale e dalla Procura di Pescara.

Si tratta del sito chimico di Bussi con le sue discariche abusive da 500.000 tonnellate che hanno inquinato la falda acquifera più importante dell´Appennino e contaminato con solventi i pozzi di S. Angelo destinati all´acqua potabile. Con l’approvvigionamento da questi pozzi è stata fornita acqua inquinata da tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene e tricloroetilene a tutta la Val Pescara, circa 500.000 cittadini. Emblematici i risultati delle analisi sulle acque di falda a Bussi, di alcuni degli inquinanti cancerogeni e/o tossici, dati riportati nella richiesta di rinvio a giudizio: Cloroformio (fino a 3.220.000 volte i limiti di legge); Tetracloroetano (fino a 420.000 volte i limiti di legge); Clorometano (fino a 11.067 volte i limiti di legge); 1,1 Dicloroetilene (fino a 24.000 volte i limiti di legge); 1,1,2 tricloroetano (fino a 24.500 volte i limiti di legge); Cloruro di Vinile (fino a 1.960 volte i limiti di legge); Mercurio (fino a 1.240 volte i limiti di legge); Tricloroetilene (fino a 7.867 volte i limiti di legge).

Ora con l´udienza preliminare si avvia il percorso per fare luce sulle responsabilità penali per un disastro ambientale senza pari nel continente, dichiarano Wwf e Abruzzo Social Forum. «Con la prima udienza i giudici dovranno valutare se e per quali reati rinviare a giudizio alcune decine di persone coinvolte, secondo la Procura, in un vero e proprio disastro ambientale con costi di centinaia di milioni di euro per la bonifica a cui ora deve far fronte il Commissario Straordinario nominato dal Governo per il disinquinamento di quello che è diventato subito uni dei Siti di Bonifica Nazionali, al pari di Marghera e Priolo» ha dichiarato Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf.

L’associazione ambientalista è parte lesa nel processo, perché è proprio grazie alla sua azione che due anni fa è emerso l´aspetto forse più preoccupante della vicenda, quello della contaminazione dei pozzi S. Angelo, posti a valle del sito chimico di Bussi e che oggi sono chiusi definitivamente.

«Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha accolto in pieno le nostre argomentazioni - ha continuato Caserta - dichiarando quell´acqua non idonea al consumo umano. Ma il Wwf ha fatto scoprire un altro aspetto gravissimo, che va al di la dei rilievi penali: gli enti pubblici erano a conoscenza della gravissima situazione di inquinamento di Bussi e della stessa contaminazione dei pozzi fin dal 2004 e non hanno avvisato la popolazione né risolto il problema». Tra l’altro associazioni e movimenti lamentano anche una scarsa informazione e trasparenza in tutta la vicenda «Avevamo chiesto un coinvolgimento e finora abbiamo partecipato ad una sola riunione dove, invece dei dati utili a capire, è emersa tutta la fragilità del sistema di sorveglianza sanitaria- ha dichiarato Renato Di Nicola, dell´Abruzzo Social Forum- Il processo deve dare giustizia per quanto è già accaduto ma noi speriamo che serva anche per evitare il ripetersi di episodi del genere. Tanti cittadini in questi anni si sono schierati con noi per difendere il diritto di accesso ad un acqua non inquinata e hanno chiesto di potersi costituire anche individualmente nel processo. Questo è un bel segnale di partecipazione concreta, una risposta ai troppi politici che si lamentano per la scarsa partecipazione e che non fanno nulla per promuoverla» ha concluso Di Nicola.

Wwf e Abruzzo social forum invitano al sit-in simbolico che allestiranno davanti al Tribunale giovedì dalle 9,30, per ricordare ai Paesi riuniti nel G8 che la Terra è malata di inquinamento e che le scelte di poche grandi corporazioni determinano condizioni di vita inaccettabili per la popolazione e per tutti gli esseri viventi del pianeta. Il fallimento di questo sistema economico, finanziario e produttivo lo stiamo pagando quotidianamente tutti, con alcune conseguenze sul piano ambientale che saranno addebitate purtroppo anche a generazioni future.

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