[02/07/2009] Comunicati

Se i cambiamenti climatici fanno restringere le pecore

FIRENZE. E se il cambiamento climatico contrastasse con le forze evolutive quali la selezione naturale? Secondo quanto emerso in uno studio pubblicato sulla rivista Science sulle pecore selvatiche di Soay che vivono a Hirta, isola dell´arcipelago Scozzese di St Kilda, ci sarebbero evidenze in tal senso. Il riscaldamento globale, sempre più avvertito anche nei paesi del Nord Europa prima caratterizzati da inverni rigidissimi, pare abbia effetti diretti sugli animali, modificando le loro dimensioni corporee. «Per colpa del caldo le pecore scozzesi di Soay si sono ridotte di taglia negli ultimi anni- dichiara Tim Coulson del Imperial College di Londra- precisamente le dimensioni medie del loro corpo sono diminuite del 5% negli ultimi 24 anni. Si tratta di un´evidenza scientifica importante perché per la prima volta si vede come il riscaldamento globale sia così pervasivo addirittura da sovvertire le regole dell´evoluzione biologica, in base alle quali a questi animali è sempre convenuto essere di taglia grossa». In base a regole eco-fisiologiche, in inverno in regioni dal clima rigido gli animali tendono ad aumentare di taglia perché da loro un vantaggio per il superamento dell’avversità climatica. Nel tempo questa caratteristica è stata trasmessa per via genetica attraverso i meccanismi evolutivi. Ora qualcosa sta cambiando segnalano gli studiosi inglesi che hanno “sciolto” l’anomalia delle “pecore ristrette”. Confrontando le dimensioni delle pecore negli ultimi 24 anni e, per alcuni esemplari anche il peso dell´agnellino dalla nascita al primo anno di vita, con i cambiamenti climatici e le temperature stagionali della loro isola, è emerso che quando le temperature invernali decrescono, il corpo delle pecore si riduce. Inoltre gli agnellini alla nascita hanno peso inferiore della media e non mettono su peso molto rapidamente nel primo anno di vita. «In passato solo le pecore grandi e sane e gli agnellini sani venivano portati al macello – ha continuato Coulson - ma adesso al seguito del cambiamento climatico globale erba e cibo sono disponibili per le pecore per quasi tutti i mesi dell´anno, le condizioni di sopravvivenza non sono più così impegnative e anche gli agnellini più deboli possono restare al sicuro, anche se il loro peso non è aumentato molto nei primi mesi di vita. Anche gli agnelli più gracili e che crescono meno e meno in fretta possono farcela- ha concluso Coulson- e questo significa che gli animali di dimensioni più piccole stanno diventando via via prevalenti nella popolazione». Se questa tendenza venisse confermata, almeno localmente, ci sarebbero conseguenze anche sul piano economico.

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