[01/07/2009] Vivere con cura di Marinella Correggia

Obama, la mosca, il tafano, l’anofele…(2)

* Formiche. “Spiar le file di formiche che ora si rompono e ora si intrecciano” (Meriggiare, Montale) è nient’affatto poetico se il luogo è la cucina. A quel punto o si tolgono tutti i cibi a loro disposizione e si aspetta che l’esercito si ritiri, o si interviene con prodotti seppur naturali. Lavorare di ramazza è veloce ma riduce tante piccole operaie all´invalidità; è il caso? Piuttosto, quando appaiono in piccole file può funzionare l’interruzione dei percorsi, cospargendoli di polvere di caffé, peperoncino, fette di limone ammuffito, cannella in polvere o borotalco. Sui mobili di cucina e sul lavandino passare con la spugna qualche goccia essenziale di menta piperita o di citronella; idem sulle fessure delle porte, sui davanzali e negli angoli sotto il lavello. Ma soprattutto, rispettare le norme di igiene, aerare le dispense, cospargerle di foglie di alloro, chiudere bene i buchi quanto i cibi.

* Mosche. Un problema per chi abita ai piani bassi e soprattutto nei paraggi di allevamenti. Se non ci si vuole piegare ai discendenti di “flit” e carte moschicide si può ricorrere alla barriera protettiva delle zanzariere alle finestre e non lasciare in giro alimenti. Un’arancia o un limone trafitti da molti chiodi di garofano e appesi nei punti di passaggio potrebbero (il condizionale è d’obbligo) disturbare le ronzanti.

* Pulci. Legare al collare - se non reca già incorporato un insetticida naturale - un sacchettino pieno di menta puleggio.

* Ragni e altri innocui. Se ne stanno buoni in un angolo e portano anche fortuna. Perché ammazzarli, o rischiare di azzopparli spazzandoli via con la scopa? Meglio farli salire su un pezzo di carta per deporli fuori, in balcone o in giardino. Con un po’ più di impegno si può fare lo stesso anche con i grilli entrati per errore, e perfino con le cimici.

* Scarafaggi. Sono animali antichissimi e rispettabili ma affinché se ne stiano altrove l´intervento è meccanico e preventivo: chiudere bene con stucco e cemento le fessure, mettere i tappi a lavandini, lavabi e vasche. A meno che non ci si faccia spedire dal Nicaragua un magico gessetto là in uso che, disegnata una linea sul suolo, blocca gli scarafaggi, la mosca, il tafano, l’anofele…SECONDA PARTE

Riprendiamo (dalla prima puntata, la settimana scorsa) la rassegna di suggerimenti per una gestione la meno cruenta possibile e comunque naturale del rapporto con gli insetti.

* Tafani: per proteggere eventuali animali di grande taglia, ecco che esistono prodotti verdi, a base di neem. Chiedeteci le marche se volete.

* Tarme. Un tempo si insediavano negli abiti, adesso il ricambio modaiolo è così veloce che non fanno in tempo. Chi vuole far durare le stoffe doterà armadi e cassetti di palline di legno agli oli essenziali di lavanda e assenzio; o farà essiccare mazzetti di menta, rosmarino, lavanda, salvia o citronella per poi appenderli al chiuso. No naftalina e canfora, derivati del petrolio e tossici.

* Parassiti dei libri. E’ disponibile su cartolina un’invocazione in arabo classico ad Allah affinché protegga pagine e parole da pesciolini d’argento e affini. Inoltre spolverare a fondo i volumi e cospargerli di foglie di alloro.

* Topi! Il problema è certo più presente agli abitanti di bidonville indiane o kenyote aggrappate al greto di fiumiciattoli-fogna. Quanto ai topi nostrani, detestano la menta piperita, da applicare in ramoscelli nei punti cruciali; spruzzare una soluzione di due tazze d’acqua e tre cucchiaini di olio essenziale di menta piperita dove si trovano escrementi. Provare anche uno di quegli apparecchietti a ultrasuoni che si dicono efficaci contro topi e insetti. Per sfrattare un topo, Alessandro usa questo metodo davvero incruento: gli fa trovare del pane in una tipica gabbietta da topo, senza però tagliola né trappola. Chiuso lì, lo va a "liberare" in campagna.

* Topi di città. La media urbana mondiale è di cinque topi per abitante; in Italia forse uno o due. Sbagliato suscitare allarmi e invocare campagne di derattizzazione massicce. Il comune e i cittadini devono piuttosto badare a tener puliti gli spazi, fare meno rifiuti, chiudere i tombini nei mercati, curare gli spazi verdi: così in alcune città è stato ridotto di molto il numero di roditori, spendendo meno e senza avvelenare. In caso di emergenza, chiedere che si usino prodotti che non fanno soffrire gli animali (alcuni sono atroci).

* Dezanzarizzare. Meritano una protesta cittadina gli insetticidi nebulizzati a volontà che provocano conseguenze a breve, medio e lungo termine per la salute. E’ efficace l’alternativa biologica del bacillus thuringiensis israelensis: inserito in tombini, stagni e risaie uccide le larve in poche ore. Alcuni pesci come le gambusie sono divoratori di zanzare; utile introdurli nelle vasche ornamentali. Il comune di Fiesole ha lanciato l´idea di adottare una famiglia di pipistrelli - ghiotti divoratori - applicando fuori casa apposite pipistrelliere; del tutto insufficiente nelle zone risicole (dove occore cambiare i metodi colturali).

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