[26/06/2009] Parchi

Il summit Iwc termina prima e senza nessun risultato. Per ora salve le megattere

LIVORNO. La riunione dell’International whale commission (Iwc) si è conclusa nell’isola portoghese di Madeira anticipatamente e senza nessun risultato, il fronte contro la riapertura della caccia alle balene sembra aver retto nonostante l’insistenza giapponese spalleggiata dai soliti Paesi, non è riuscita nemmeno stavolta a scalfire il muro degli anti-caccia ai grandi cetacei.

Va detto che più di una vittoria degli amici delle balene si tratta della conferma di uno stallo e di uno scontro che sta sempre più minando la stessa credibilità dell’Iwc, una cosa di cui, in un comunicato, si rammarica anche la Whale and dolphin conservation society (Wscs), visto che tutte le questioni più scottanti rimangono sospese nell’indeterminatezza.

Comunque l’Iwc ha stabilito che la decisione sulla proposta danese per ottenere una quota annuale di 10 megattere è stata rimandata a una riunione intersessionale che si terrà l’anno prossimo; durante questa riunione, nessuna attenzione è stata riservata alla caccia di paesi come la Norvegia e l’Islanda; non è stata adottata alcuna azione per condannare fermamente il commercio di carne di balena che prosegue.

Le associazioni che si battono per la salvaguardia dei cetacei hanno fortemente criticato la mancanza di iniziativa della delegazione Usa e l’Ue per non essere stata in grado di prendere decisioni positive, «nonostante i grandi sforzi da parte di Germania e Regno Unito così come di Belgio, Lussemburgo, Francia e Portogallo che hanno cercato di sostenere la posizione contraria dell’Europa rispetto all’aumento delle attività di caccia».

Secondo Greenpeace il summit dell’Iwc ha fallito clamorosamente l’obiettivo della sua “modernizzazione” e della tutela delle balene, gettando all’aria un anno di negoziato: «Cacciatori e commercianti di carne di balena hanno distrutto il negoziato, la cui conclusione adesso è rinviata alla prossima riunione ad Agadir, Marocco, nel 2010».

Nicolas Entrup del Wdcs spiega che «La cultura della mancanza di decisioni chiare, anche attraverso il voto se necessario, non risolverà alcun problema. Ergersi in difesa della protezione delle balene significa anche essere pronti a portare avanti negoziazioni complicate e ad adottare decisioni difficili. Non risolvere la questione della richiesta danese di cacciare le megattere è stato un grande errore, sebbene questo abbia concesso alle megattere ancora alcuni mesi».

Per Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia «C’è parecchio da cambiare se non vogliamo fare arenare le balene nelle sabbie del deserto del Marocco, l’anno prossimo. Per cominciare, ci vogliono segni di buona fede e responsabilità, come l’immediata interruzione di ogni attività di caccia commerciale alle balene».

L’unico dato positivo del summit di Madeira è che l’Iwc ha adottato finalmente una risoluzione sui cambiamenti climatici che fa appello «a tutti i governi contraenti affinché adottino misure urgenti per ridurre il ritmo e l’estensione del cambiamento climatico».

Entrup sottolinea: «Se da una parte ci congratuliamo con l’Iwc per aver riconosciuto la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e per aver fatto dei progressi in tale direzione (sui quali, del resto, la Wdcs ha a lungo lavorato), dall’altra è inevitabile sottolineare come tutte queste nuove riunioni per risolvere le varie problematiche che potevano e dovevano trovare una conclusione qui a Madeira, causeranno l’utilizzo di grosse quantità di combustibili fossili e sicuramente non aiuteranno l’Iwc il cui tentativo di migliorare i suoi sforzi per diventare “carbon neutral” è anch’esso fallito».

Greenpeace spiega che «Per far progredire il negoziato è stato creato un “gruppo miniaturizzato” che oggi comincerà a ridiscutere dell’impasse e di come risolverla. E’ già in programma una riunione intersessionale che si terrà a Santiago del Cile, in ottobre, ospite del nuovo presidente dell’Iwc, ambasciatore Christian Maquiera»

Giannì ironizza: «L’unica cosa che va miniaturizzata subito è il rischio che grava sulle balene. Non è chiaro il perché un gruppo miniaturizzato dovrebbe aver successo se un gruppo già piccolo ha fallito. Solo un’azione diplomatica decisa dei Paesi che dicono di essere contro la caccia baleniera, come l’Italia, può risolvere questa annosa vicenda. Intanto, ogni anno i cacciatori uccidono quasi 2000 balene!».

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