[26/06/2009] Rifiuti

Ferrante: «Folle rinviare il divieto di produrre sacchetti di plastica»

LIVORNO. «C´è una norma a favore dell´ambiente e che favorisce la competitività dell´industria più innovativa? Berlusconi la cancella o, nel migliore dei casi, ne rinvia l´entrata in vigore» commenta così Francesco Ferrante dell´esecutivo nazionale degli Ecodem, la notizia che il governo inserirà nell´ennesimo decreto milleproroghe (vedi articolo di ieri di grrenreport) il rinvio di un anno dell´entrata in vigore del divieto di produzione e commercializzazione dei sacchetti di plastica.

«Quel divieto che dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2010 - prosegue Francesco Ferrante, autore dell´emendamento che portò in senato all´approvazione della norma contenuta nella Finanziaria 2007 - fu imposto con tre anni di anticipo proprio per dare il tempo all´industria chimica di riconvertirsi e adeguarsi agli standard più innovativi che la ricerca e proprio l´industria italiana hanno prodotto realizzando sacchetti in plastica biodegradabile provenienti dal mais».

Ma in questi (quasi) tre anni non si è dato seguito a quanto previsto nella norma per accompagnare il percorso dell’abbandono degli shopper non biodegradabili.

«Per fortuna il mercato – sottolinea Ferrante – e le richieste dei consumatori stanno andando spontaneamente in quella direzione: le industrie innovative godono di sempre maggior successo e aumentano le produzioni di sacchetti ´ecologici´.Tra industria e agricoltura crescono anche accordi innovativi di filiera per realizzare sul territorio vere e proprie ´bioraffinerie´, e anche le grandi catene di supermercati si stanno attrezzando per offrire volontariamente ai
consumatori alternative alla plastica inquinante».

E’ il caso ad esempio della Coop che sta inserendo seppur gradatamente nei suoi punti vendita shoppers in mater-bi o, in alternativa, di materiale resistente e riutilizzabili per fare la spesa.
Ancora una goccia nel mare ma comunque un segnale positivo dal momento che, come scrive Ferrante nella sua nota, «nel corso del 2008 in Italia si sono prodotti 300 mila tonnellate di buste in plastica: l´equivalente di 430mila tonnellate di petrolio e si stima che la Co2 emessa in atmosfera derivante da tale produzione sia di circa 200mila tonnellate annue».

Quindi l’appello al «ministro delle Attività produttive Scajola per avviare la sperimentazione prevista dalla legge» e naturalmente il ritiro della proroga.

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