[24/06/2009] Parchi

Il Wwf all’Iwc:chi salverà i piccoli cetacei dimenticati?

LIVORNO. Mentre è in corso nell’isola portoghese di Madeira il summit annuale dell’International whaling commission (Iwc) che si concluderà il 26 giugno, il Wwf rende noto un nuovo studio, “Small cetaceans: the forgotten whales” (I piccoli cetacei: le balene dimenticate), dove evidenzia che «Le piccole balene stanno scomparendo dagli oceani e dai corsi d’acqua di tutto il mondo, vittime degli attrezzi da pesca, dell’inquinamento e della perdita degli habitat, e la situazione è aggravata dalla mancanza di puntuali misure per la loro conservazione paragonabili a quelle sviluppate per le grandi balene. Mentre le grandi balene oggi sono relativamente protette perché interessate dalla moratoria internazionale sulla caccia commerciale alle balene, di fatto dal 1986 la caccia ai piccoli cetacei è continuata in tutto il pianeta, senza essere gestita né controllata a livello globale dalla comunità internazionale».

A pagare il prezzo della disattenzione che li sta portando all’estinzione sono delfini, focene e piccole balene come il delfino dell’Irrawaddi o il platanista del Gange.

Massimiliano Rocco, responsabile specie del Wwf Italia spiega che «Anche se le specie di grandi cetacei presenti al mondo non sono certo al sicuro e richiedono ancora un serio sforzo di conservazione, la situazione è ancora più critica per molte delle specie più piccole e quasi dimenticate. Per esempio, la caccia di almeno 16.000 focene di Dall ogni anno in Giappone è oramai più che insostenibile e rischia di compromettere seriamente la sopravvivenza di questa specie. E’ ora che l’Iwc e i suoi membri si assumano la piena responsabilità per la conservazione futura di tutte le balene, grandi e piccole. L’Iwc e il mondo intero devono smettere di ignorare i piccoli cetacei esistenti al mondo prima che sia troppo tardi per molti di loro».

Nonostante questo a Madeira molti dei Paesi che vogliono riprendere la caccia alle balene non vogliono nemmeno discutere della salvaguardia dei piccoli cetacei che invece per il Wwf «svolgono un ruolo fondamentale per l’ambiente, stabilizzando l’ecosistema e assicurandone la salute e la produttività. Essi sono anche responsabili del più proficuo settore del “whale and dolphin watching”, ovvero l’avvistamento di balene e delfini, che ogni anno genera un traffico di oltre 1,5 miliardi di dollari».

Inoltre, a differenza di balene e capodogli, per i piccoli cetacei spesso mancano i dati sulla consistenza delle popolazioni e sulle loro abitudini. L’Ucn classifica 40 delle 69 specie di piccoli cetacei (il 58%) come “dati insufficienti”, quindi nessuno, pur davanti ad un’evidente rarità e rarefazione di molte specie, può davvero dire quanto siano minacciate di estinzione. Secondo la Lista Rossa delle specie minacciate sono sconosciuti i trend demografici per 60 delle 69 specie di piccoli cetacei. Le 9 per le quali i dati ci sono risultano in declino.

Lo studio spiega che «Non bisogna mai credere che la mancanza di dati significa che la specie non è minacciata. Significa piuttosto che i più importanti scienziati del mondo semplicemente non lo sanno e quindi non si può sapere niente sulla loro reale condizione»

Solo 4 su 15 specie di grandi balene il 27%, sono classificate con “dati insufficienti”, anche se molte dei motivi per cui è difficile studiare le specie più piccole sono gli stessi per le grandi balene.

Alle grandi balene è data anche una maggiore protezione grazie all’impegno internazionale per la loro conservazione. Il Wwf spiega che «Quasi tutte le specie di grandi balene, per esempio, hanno il più alto livello di protezione offerto dalla Cites – la convenzione sulla conservazione che regola il commercio internazionale delle specie selvatiche protette – contro appena il 17% dei delfini e delle focene. Inoltre, la Convenzione sulle Specie Migratorie (Cms) protegge l’87% delle specie di grandi balene, ma meno della metà di quelle piccole». E il rapporto conclude: «Se i piccoli cetacei non sono messi al centro delle negoziazioni sull’industria baleniera che ancora oggi miete decine di migliaia di vittime tra queste specie, è possibile che i successi raggiunti nella conservazione delle grandi balene si tradurranno semplicemente in uno spostamento dei problemi dalle grandi balene ai piccoli cetacei». .

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